Adelson e Salvini (3-Act Version)

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Adelson e Salvini (3-Act Version)

Bellini’s earliest exant work, an opera semi-seria in 3 acts first performed on 12 February 1825 at the Conservatorio di San Sebastiano in Naples. Composed at the age of 23 for his graduation from the conservatory and seldom performed since. The soprano aria “Dopo l’oscuro nembo” (Act I, Scene V) is the standout moment. The score was revised in 1828 to 2 acts with the addition of secco recitatives in place of spoken dialogue.

A sound recording of the 3-act version is available on the Opera Rara label.



Personaggi
Nelly, orfana (Soprano); Lord Adelson (Baritono); Fanny, sua giovane vassalla (Contralto);
madama Rivers, governante in casa di Adelson (Mezzosoprano); Salvini, amico di Adelson
(Tenore); Struley, nobile proscritto (Basso); Bonifacio, servo di Salvini (Basso); Geronio,
confidente di Struley (Basso); vassalli, contadini

Original

ATTO I
Parco delizioso sparso di folti boschetti.
In ciascun de’ due lati è un tempietto: su quello a
sinistra vi si legge all’amore, su quello a dritta
al dispiacere. Un banco di verdura è presso al
primo: due cipressi nascondono in parte
l’ingresso del secondo.
SCENA PRIMA
Fanny, Madama Rivers, Geronio e Coro.
Fanny è profondamente occupata a
disegnare seduta sul poggiuolo di verdura.
Slancia di tanto in tanto il suo furtivo
sguardo d’intorno, per assicurarsi di
non essere sorpresa, indi Madama
Rivers e Geronio seguiti da’ Contadini.
FANNY
Vien gente! ah. mi dispiace
(Si alza).
Credea qui stare in pace…
Nemica al mio disegno
Sarai, Fortuna, ognor!
MADAMA RIVERS
Amici, allegramente!
Adelson tornerà.
GERONIO
E a tanta buona gente
Grato si mostrerà.
CORO
Geronio! cosa dite?
Ci basta il suo ritorno:
Ah! così lieto giorno
Quando spuntar saprà!
FANNY
Della sua sposa in seno
Egli volar saprà.
(Solo il mio cor, che geme,
Pace sperar non sa).
MADAMA RIVERS
E allor per noi sereno
Il Ciel risplenderà.
Ah sì, godremo insieme
Tanta felicità!
GERONIO e CORO
Oh fortunati istanti,
Deh siate a noi vicini!
Che pranzi! che festini!
Che compagnia giuliva!
Il Ciel de’ nostri evviva
Ognor risuonerà!
MADAMA RIVERS
Andate pure, o miei cari: i voti,
che vi anima sul labbro un affetto
sincero, saranno grati al suo cuore,
ed esso saprà sempre più interessarlo
a vostro vantaggio.
(I Contadini escono).
FANNY
Oh! non ha egli bisogno di questo sprone,
mia cara zia; amico, e conforto de’
suoi simili, padre de’ suoi soggetti,
è solamente contento quando con mano
pietosa può impiegare le sue dovizie
al soccorso della indigenza.
GERONIO
Ma è poi vera la voce che,
chiamato egli da Milord Duca zio
alla corte di Londra, fosse obbligato
a trattenervisi per qualche tempo?
MADAMA RIVERS
Non è possibile: ama troppo la sua Nelly.
FANNY
Fortunata Nelly! oh se fosse al tuo
uguale il destino di tutte quelle che
ti somigliano nella sensibilità e nella
costanza!
MADAMA RIVERS
Che dici? Quali accenti!
FANNY
Perdonate… dir volea…
MADAMA RIVERS
Che, l’unica tua cura debba
esser quella di apprendere le tue lezioni
del tuo maestro Salvini, senza punto
divagarti in frasi così leggere e voluttuose.
FANNY
Ah! il mio maestro appunto…
MADAMA RIVERS
Non più, mi segui: andiamo da Nelly.
(Esce).
FANNY
(Amare e tacere! oh! è una pena insoffribile!).
(Esce).
Geronio
Son partite alla fine! non desiderava
di meglio! venisse adesso il Colonnello
Struley!
SCENA SECONDA
Si avanza Struley in abito da cacciatore con
fucile alle mani, e detto.
STRULEY
Geronio ancor non viene,
Ogni indugio m’è peso!
M’è sacro ogni momento.
Ah sì! Vedremo!
Furibondo mio cor,
Per poco aspetta: sarai contento appieno,
Avrai vendetta.
Tu provi un palpito per la dimora,
Io sento un aspide che mi divora,
Male tue smanie finir vedrò.
Se tu insensibile ti mostri al pianto.
Se sovra i gemiti riporto il vanto,
L’idea che m’agita compir saprò.
Ehi! Geronio.
GERONIO
Potea sorprendervi qualcuno.
STRULEY
Ebbene? avrebbe in me ravvisato
un semplice cacciator: obbligato
dall’infanzia a lasciar queste terre,
perché piacque così all’ingiusto padre
di Adelson, che fece proscrivere la mia
famiglia, io torno la seconda volta in
Irlanda senza timore di esservi
riconosciuto. Ebbene hai tu niente a
dirmi? è ancora Nelly ritirata nella sua
solitudine?
GERONIO
Sempre: durante l’assenza di Adelson
non è uscita dal suo appartamento.
STRULEY
Questa ingrata nipote a me appartiene:
i vincoli della natura mi dichiarano
suo tutore: la feci una volta rapire,
e seppe essa sedurre il suo custode
per tornare a Milord, profittando
della mia assenza! ma ora non fuggirà
per la seconda volta.
Saprò assalirla nelle sue stanze istesse.
GERONIO
Nol voglia il Cielo! sareste allora
vittima de’ domestici di Milord.
STRULEY
Geronio! l’astuzia, che ti si legge in fronte,
mi ti ha fatto preferire ad ogni altro
per ministro del mio disegno. Rammenta,
che senza la mia autorevole protezione tu
come disertore saresti polvere a quest’ora.
I miei raggiri ti hanno introdotto in questa
casa come un domestico di Adelson.
Pensa a non deludere le mie speranze.
GERONIO
Dal mio canto, o Signore…
STRULEY
Io voglio Nelly nelle mie mani, e in
questo giorno medesimo.
O la tua vita, o Nelly in mio potere.
Addio.
(Esce).
GERONIO
Maledetta la mia diserzione!
o morir salutato da quattro palle
di moschetto, o esser scellerato, e
traditore senza la propria inclinazione!
(Esce).
SCENA TERZA
Bonifacio e portalettere. Bonifacio dal lato
opposto a quello dond’è partito Geronio.
È incontrato da un portalettere, che per fortuna
gli domanda del suo nome medesimo: egli
risponde.
BONIFACIO
Bonifacio Voccafrolla?
Lei l’ha in faccia, eccolo ccà.
C’è na lettera? uscia molla…
Comme dice? ho da sborzà?
Nolla voglio, tienetella…
Sei scellini? e afforza? oh bella! oh bella!
Ca tu strille? Pierde il fiato!
Lo vorzillo sta scopato,
E a la fine de lo mese
Te le pozzo arremedià.
(Il portalettere segna in un piccolo libro
il suo nome, e via).
Manco male! nzi al Irlanna
Chi da Napole me manna
Le cervella a nfracerà?
< Mastro Tammaro Ossoduro…>
(Legge.)
Oh, cainatemo! e che bò?
«Fuggi, e metteti in sicuro…»
Fujo? pecché vedimmo mo…
«Donna Popa vuol l’importo
Della tela accredenzata…>
Cca ce manca l’ommo muorto
Si la tela è consumata!
«Donn’Orazio fa fracasso»
Pel danar della pigione…
Le lassaje la casa a spasso,
E che bò st’animalone?
E che bò st’animalone?
«Fa rumore il macellajo,
Grida, e insiste il calzolajo,
La sensale tutt’i pegni
Vuol far vendere all’incanto:
Fuggi dico, ci son guai,
Si è saputo dove stai».
Ed io temo che a quest’ora
«Qualche ufficio sia già fuora
Per poterti imprigionar».
Ma che anime indiscrete!
Vonno zuco da le prete!
E non sanno, che a lo munno
Da che il debito c’è stato,
Sempre il mutto ha trionfato,
Ché non paga chi non ha.
Che me mettono ngajola,
M’hanno appriesso da campà.
Mo vedimmo chi se stracqua
Creditori iniqui, e ‘avari,
avari, avari,
A cercarne vuje danari,
E io sempe a non pagà.
Ora a me a Napole lo debeto me l’ordinaje
lo medeco, piè ajutà la digestione: e sa
che bella ginnastica aveva da fa pè
scanzarme sempre da gli immancabili
appostatori! anù! Ma vecco lo pittore!
e pè la fine dell’opera chisto
m’ha strascenato da Romma nzi a cca
isso p’avè no Taliano fedele a fianco sujo.
Milord, che te vo tanto bene, me paga,
e a me fratanto attocca da perdere la capa
co sto pazzo nnammorato, che se pasce d’aria!
SCENA QUARTA
Salvini e Bonifacio.
Bonifacio resta in osservazione, Salvini si
avvanza concentrato, fa alcuni passi ineguali,
indi in un risalto di spavento esclama:
SALVINI
Speranza seduttrice,
Fuggi da questo cor!
Son vittima infelice
Di un disperato amor.
Ah no! non fulminarmi,
Bella amistà tradita;
Che basta ad annientarmi
Del fallo mio l’orror!
BONIFACIO
(Vi comme se storzella!
La capa proprio è perza!
Pè chisto ce vo Averza…
Ajemmé! so brutti guaje!
Vi quante ce ne faje,
Cecato traditor!).
SALVINI
Su questo seggio… ah qui
(Va a sedere sul banco di verdura).
La vidi, e n’arsi un dì!
Il fortunato amico
Essa stringea nel seno…
E allor tutto il veleno
Di un pertinace affetto
Quest’anima sorbì!
BONIFACIO
(Vedimmo de spezzarla…
Oibò!
Oibò! chillo sta nnestrece!
Oibò!
Lle votano li cancare,
E de schiaffune, e paccare
Me fanno complimento!
Gnernò, gnernò,
Gnernò, non me lo sento:
gnernò, gnernò:
Vedimmo sto mesterio
A che ghiarrà a fenì).
SALVINI
Nelly! che pena! oh Dio!
Amarti… ah… non degg’io!
Dunque obliarti… ah mai!
Pria morir… sì… scampo
Miglior non v’è, che morte…
morte, sì:
(Brandisce un ferro, Bonifacio
accorre e lo disarma).
Le barbare ritorte
Si frangano così.
BONIFACIO
Chia tu faje? mmalora!
SALVINI
Ah! lascia, Ah! lascia pur, ch’io mora!
BONIFACIO
Chi? sì pazzo? lassa… lassa…
SALVINI
Pietà, Pietà per me, crudel!
BONIFACIO
E pigliatenne scuorno!
E pigliatenne scuorno!
Jocarese la pelle
Pe chi? pe na gonnella?
SALVINI
Ah! mi è tormento il vivere
Senza la mia Nelly!
BONIFACIO
Se vede ca si quicquaro!
Ce mancano aute femmene
Cchiù belle, e cchiù majateche?
Si non sarà Nelly,
Sarà Mariannì,
Rosì, Checchì, Peppì,
Fanny,
Fanny, Carolì,
E tutte le diavole,
Co la cadenza in ì!
SALVINI
Ah! se a smorzar l’ardore
Forza non ho che basti,
Con questa mano il core
Saprò dal sen strappar!
BONIFACIO
(Oh povero cerviello!
Cchiù ncapo non se trova!
Eppure ste cient’ova
Me l’aggio da abbuscà!).
SALVINI
Pietà, crudele, pietà, pietà per me,
crudele crudel, crudel, di me pietà!
BONIFACIO
E pigliatenne scuorno!
Jocarese la pelle Pe chi? pe na gonnella!
E pigliatenne scuorno!
Si vede ca si quicquaro!
SALVINI
Ah! mi è tormento il vivere
Senza la mia Nelly!
Nelly! Nelly!
oh Dio! oh Dio!
che pena!
Amarti non degg’io!
no, no!
BONIFACIO
Dico io; ccà te ce avessero
mannato stammatina cierta
galantuommene anice mieje pè farine
passa uno guajo? fosse scappato da la
tiella pè cadè cottico dinto a la vrasa?
te n’adduone o no, ca lo cerviello te l’aje
fritto in agrodolce, e ncapo non ce, n’aje
restato manco na dramma?
SALVINI
Ah! l’avverso destino mi fece
imbatter teco! senza il tuo ajuto
importuno Salvini no più non
penerebbe a quest’ora!
BONIFACIO
E abisse fatta l’urdema bestialità cchiù
grossa de quante n’aje fatte nzi a mo,
che non so poche! non c’è che ddì, chi
lava la capo all’aseno, ce perde lo sapone!
SALVINI
E quale astro maligno mi trascinò
in Irlanda per rendermi colpevole e
sventurato? o Milord! e per me non
generoso, ma barbaro amico! a che rapirmi
dalla patria, ove allora il mio cuore
innocente in seno alla solitudine gustava
il dolce nettare di pace, e di altro affetto
non s’infiammava, che del nobil desio di
emulare i primi pennelli, i più fioriti
ingegni d’Italia? tu grato a me, ed alla
vecchia mia genitrice, che, premurosi de’
tuoi giorni, ti traemmo dagli artigli di
morte, ove ti avea abbandonato un fatale
malore, hai creduto colmarmi di benefizi,
teco conducendomi, ed assicurandomi
qui una vita agiata e felice: e non sai che
tu stesso hai fomentata la tua e la mia
sventura?
BONIFACIO
Si jammo cchiù nnanze, se scommetto
ca Milord t’avarrà da pagà porzì
la remessione: vota cocchiero ca
la vita è pericolosa; sente a me,
ca te voglio bene.
Nelly è ntingoletto pe la vocca de
no Milord, e non già pe li diente toje…
vi ca si niente niente appura Milord
ca tu lle vuò fa sta zappa, de ste
secche carne toje, se ne fa no spetillo
de brasciolette per la primma
colazione quanno arriva?
SALVINI
Sai tu quanti ne abbiamo del mese?
BONIFACIO
A proposito de chiuove de carrozza!
SALVINI
Non mi rispondi?
BONIFACIO
Che aje da pagà lo pesone?
n’avimmo quatto de chillo mese,
che non piace a chille, che so pagate a ghiornate,
pecché ce ne so doje meno dell’aute.
SALVINI
(Son già dieci giorni trascorsi,
ed oso ancora trattenere in mia mano
un foglio che Adelson mi ha inviato,
perché lo recassi a Nelly?).
BONIFACIO
Che staje mbrosonianno!
SALVINI
Eh vanne! lasciami solo,
o mio perpetuo tormento! chi vedo! oh Cielo!
Nelly! capace io più non mi sento
di contenermi al suo aspetto…
(Fugge per un viale).
BONIFACIO
E bì che carrera!
eh! la costata va piglianno de fummo!
aggio paura che Milord non manna lo pittore
a pittà la gallaria de Minosse!
(Esce).
SCENA QUINTA
Nelly sola.
Nelly in abito semplice.
NELLY
Dopo l’oscuro nembo
Il Ciel sperai seren,
E al mio tesoro in sen
Goder la calma.
Ma così bella speme
Va rapida a sparir!
E al primo suo martir
Ritorna l’alma!
Parte, e poi riede il sol
Di luce a sfavillar…
E a me non sa tornar
L’amato oggetto!
SCENA SESTA
Nelly e Salvini.
Salvini e detta, indi tutti come saranno
indicati.
NELLY
Ecco Salvini. Quel foglio…
È Milord, che mi scrive?
SALVINI
Benché tardi, è sempre un pegno
della sua tenerezza…
NELLY
Oh come mi batte il core! io non oso…
la mia mano tremante…
SALVINI
È forse la mia presenza, o signora?
NELLY
L’amico di Milord?
e non è questo un titolo,
per tollerarvi a me vicino
anche nella sua lontananza?
SALVINI
(Ah! crudele compiacenza!).
NELLY
Vi attesti anzi la mia fiducia la preghiera,
che a voi porgo, di leggere ciò che scrive
il mio sposo.
SALVINI
Sposo! ah! giammai…
giammai la sua penna sarà stata più energica
ad esprimere dopo qualche silenzio
i sensi del suo cuore.
(Ripigliandosi a stento apre il foglio, e legge).
«Amabile Nelly! Stanca non è la sorte
di opporsi a’ nostri voti.
Milord zio, che col suo pingue retaggio
dovrà assicurarmi una immensa fortuna,
dimentico del nostro giurato impegno…».
NELLY
Oh Cielo! (Dà un grido).
SALVINI
«e per mai più allontanarmi dalla Corte
mi obbliga ad ogni costo ad impalmare la figlia di Lord Duca».
NELLY
Oh fulmine, che mi annienta!
ah tutto previdi! o traditor Adelson!
(Intanto Salvini scorre rapidamente
il resto del foglio).
SALVINI
Ma ascoltate… egli in seguito…
(Nelly cade svenuta).
Ah! l’oppresse il dolor!… no… sventurata
Quanto credi non sei… della sua fede
Adelson ti assicura in questo foglio…
Me sol persegue avverso fato! io solo
Deggio… e sempre penar!… perché più bella,
Or che pallido vel sue guance ha smorte,
Tu la rendi ai miei sguardi, o iniqua sorte?
Alti si fugga… si corra
Fra inospiti deserti… almeno potessi
Abbracciarla, e partir… felice istante!
All’avido desìo, che il cor mi accende,
Sei tu, che porgi un facil mezzo… ah! il Cielo
Or mi facesse almen
Spirar così del mio tesoro in sen…
(Mentre si slancia, ed abbraccia Nelly,
costei ripiglia l’uso dei sensi).
NELLY Ah!
SALVINI
Rinviene!
(Vorrebbe, ma non può staccarsi da lei).
NELLY
A trista vita
Chi richiama i sensi miei?
SALVINI
Mia Nelly!
NELLY
Salvini! ah! Sei Tu!
gran Dio! che fai?
SALVINI
Deh ti arresta, t’arresta…
NELLY
Che mai tenti? e qual è questa
Folle audacia?
SALVINI
Ah!… non son’io…
Reo destin… quell’alma… oh Dio!
NELLY
Ah! comprendo il mio periglio!
il mio periglio!
(Spaventata fugge dalle braccia di Salvini).
Quel pallor… quel torvo ciglio…
Ti palesa un traditor.
SALVINI
Sì, lo sappi… un mostro io sono…
T’amo…
NELLY Oh Ciel!
SALVINI
Nelly! perdono…
NELLY
Fuggi, iniquo!
SALVINI
Ah! ferma! ascolta!
NELLY
Sconoscente! amico ingrato
Sconoscente! sconoscente!
SALVINI
È un amore forsennato,
Che mi toglie alla ragione…
Grida invano… invan si oppone
Di amistà la voce irata…
E quest’alma lacerata
Da un affetto, il più furente,
Non conosce, più non sente
Che l’eccesso dell’amor.
NELLY
Infelice, in te rinvieni!
E non pensi, e non rammenti,
Che a punire i tradimenti
Veglia un Dio fulminator?
SALVINI
Sì… mi annienti un fato rio…
Così estingua in me l’ardor.
NELLY
(nella massima disperazione)
Ah! mancava al dolor mio
Un tormento assai maggior!
(Da dentro si sente gridare Bonifacio).
(Nelly, Salvini e Bonifacio).
BONIFACIO
Addò site? allegramente?
Oje Nelly! Oje Maddà!
NELLY
Oh Dio! vien gente!
Ah! nascondi il tuo scompiglio!
Ah! detesta il grave error!
SALVINI
Non è in me cangiar consiglio,
Se tu mi hai rapito il cor!
(Bonifacio vien fuora).
BONIFACIO
Oh! Maddà no paraguanto
Mo dammillo, e che sia gruosso,
Manna a cancaro lo chianto!
Accomenza a sciascià!
Sì Maddà! no paraguanto ecc.
NELLY
Ah! ti spiega! qual novella?
BONIFACIO
Mo ven’isso…
NELLY
Chi? favella!
BONIFACIO
Isso! chi!
NELLY
Ah, desso!
BONIFACIO
Disso, disso,
Comme a tutte chille isse,
Che so isse comm’a isso..:
Si sapisse! si vedisse!
Li pasture; li criate…
Tutte nfesta già aparate…
Viecche, giuvene…
giuvene guagliune
Vanno a schiera, a battagliune
Lo patrone mo a ncontrà.
NELLY
Torna Adelson!
SALVINI
(Quale istante!
Gelo! palpito, e pavento!).
BONIFACIO
Signorsì…
Signorsì… mo no corriero
Ha portato chesta nova…
Cca becino isso se trova,
E mo lesto assommarrà.
NELLY
Ma… di’… forse… colla sposa
Egli vien?
BONIFACIO
Vi che auta cosa!
Tiene ccà sta caramella,
Che fa farle sputazzella!
Lo corriero ce ave ditto,
Che Milordo poveriello
É bolato comm’auciello,
Pè benirte ad abbraccià.
È bolato comm’auciello,
Pè benirte ad abbraccià:
SALVINI
(Oh qual cruccio! oh gelosia!
Il mio cuor da duolo oppresso
Mi tormenta,
Mi tormenta che in me stesso no,
Me trovar io più non so.
Me trovar io più non so).
BONIFACIO
(Chisto abbotta! arrassosìa!
È mpazzuto e va l’appresso,
Nce vorria adesso, adesso
Nna nsagnia co mafò!).
NELLY
Ah! qual raggio di speranza
Balenando in sen mi va!
Giusto Dio! la mia costanza
Tu corona per pietà!
(Esce).
(Salvini esce disperato. Dal folto del boschetto
Madama Rivers, Fanny, Geronio
e Coro di Pastori; e Bonifacio è in scena).
FINALE
Madama Rivers, Fanny, Bonifacio,
Geronio, Coro, e poi Nelly e Adelson.
MADAMA RIVERS, FANNY, GERONIO e CORO
Noi qui l’attenderemo,
Or dal boschetto ei viene…
Oh qual contento estremo!
Oh giorno di piacere!
MADAMA RIVERS
Son già molti pastori
Accorsi a fargli onori:
Voi, che i più vecchi siete,
Qui lo saluterete,
E un grato complimento
A lui potrete far.
MADAMA RIVERS, FANNY, BONIFACIO,
GERONIO e CORO
Sì, un grato complimento
A lui potrete far.
Oh qual contento estremo!
Oh giorno di piacer!
FANNY
E poi, mentre al suo bene
Darà i primieri amplessi,
Mischiarci non conviene,
Lontan bisogna star.
MADAMA RIVERS
Sta’ zitta, impertinente!
Che sai di amplessi tu?
Sta zitta!
Sta zitta!
BONIFACIO
Se! cridela innozente!
Sta capozzella secca
Starria pè arravogliare
La Lecca co la Mecca,
co la Mecca, co la Mecca,
L’America e ‘l Perù!
L’America e ‘l Perù!
GERONIO e CORO
Ma qui garrir non vale…
Pensiamo a qual maniera
La nostra fé leale
Spiegare al buon padrone
Da alcun di noi si dé,
Pensiamo, pensiamo.
BONIFACIO
Zitto Mo ce pens’io,
Lassate fare a me.
GERONIO e CORO
Oh! Bonifacio! evviva!
Tutti fidiamo in te! evviva, evviva!
Noi qui l’attenderemo,
Or dal boschetto ei viene…
Oh qual contento estremo!
Oh giorno di piacer!
Oh qual contento estremo!
MADAMA RIVERS, FANNY, BONIFACIO,
GERONIO e CORO
Oh giorno di piacer!
Noi qui l’attenderemo,
Or dal boschetto ei viene…
Oh qual contento estremo!
Oh giorno di piacer!
Oh qual contento estremo!
(Arriva Adelson conducendo
per mano Nelly e seguìto
da altri contadini e servi).
ADELSON
Obliarti! abbandonarti!
(a Nelly)
Quale oltraggio a un fido core!
Ah! tu fosti il primo ardore,
Che quest’alma ha incenerita!
Pria lasciar saprei la vita,
Che mancar di fedeltà.
NELLY
Cari accenti! Ciel pietoso!
Voi rendete il cor dubbioso
Alla sua serenità!
MADAMA RIVERS
Ah mio caro!
ADELSON
Oh! voi qui siete!
Son tenuto al vostro affetto.
GERONIO
Qui Geronio con rispetto…
FANNY
E Fanny s’inchina ancora…
GERONIO e CORO
(a Bonifacio)
(Quando parli?).
(Quando? quando?).
BONIFACIO
(Mo… mmalora!
Vi ca vuje cchiù me stonate!).
ADELSON
Cari amici… oh quanto grate
Sono a me le vostre gioie!
GERONIO e CORO
(a Bonifacio)
(Ora è tempo!).
BONIFACIO
(Oh benaggioje!
Me volite fa pensà?).
ADELSON
Bonifacio!
BONIFACIO
Oh! Eccellentissimo!
Tra i Milordi Milordissimo…
Tra i padroni padronissimo…
Tra i sguazzoni sguazzonissimo…
Se… conciosiacosacché…
Anzi no… quantunque che…
Come in Ciel la luna è gonfia
Di tumori assai benefici…
Così noi siam tutti gravidi…
Sissignor… di sensi Eroici,
E vorrebbi… anzi vorrebbimo
Cento lingue per esprimere
Quel fedel accesso interno,
Che ci accende l’accessibile
Per il nostro microcosimo…
E perciò… dicea… cioè…
Alla rozza mia facondia
Deh supplite voi per me.
ADELSON
Ah! ah! ah! grazioso invero!
GERONIO e CORO
Ei del nostro amor sincero
Fu l’interprete, o signor:
Ricevete il nostro cuore,
Pegno sol di nostra fé.
BONIFACIO
(Me so fatto proprio annore!
No grann’ommo songo affè!
proprio annore!
No grann’ommo songo affè).
ADELSON
Di mie cure il primo oggetto
Voi sarete ognor per me.
Ma l’amico mio diletto?
Ma Salvini… ah dite! ov’è?
BONIFACIO
(Oh mmalora!) va trovanno,
In qual bosco s’è ntanato…
NELLY
Egli è sempre concentrato…
FANNY
Melanconico, ed astratto…
BONIFACIO
Sta facenno lo ritratto
De la vava requiescola…
ADELSON
A me voli! il mio contento
Egli venga a ricolmar!
NELLY, MADAMA RIVERS, FANNY, ADELSON,
BONIFACIO, GERONIO e CORO
Di piacer la voce echeggi!
Ne risuoni ogni antro intorno!
Goda ognuno! ognun festeggi
Così bel felice giorno!
E nel seno della gioja
Corra ogni alma a giubilar!
Così bel felice giorno!
Fine dell’atto primo
ATTO SECONDO
La stessa decorazione del primo atto.
Solamente invece del motto al dispiacere
vi si vede sostituito quello ad Imene, e
tutti gli emblemi del dolore rimpiazzati
da quelli, che convengono al motto
novello. Infondo una catena di fiori
sostiene attaccata a due alberi la iscrizione.
Essi sono riuniti per sempre, al di sopra si
leggono le cifre di Adelson e Nelly.
SCENA PRIMA
Struley e Geronio.
Guardinghi da’ lati opposti si avvanzano
Struley e Geronio.
STRULEY
Eh Geronio!
GERONIO
Ah! mio padrone!
L’acqua è torbida: partite…
Le speranze son finite…
STRULEY
Che! finite? e come mai?
GERONIO
Sì, vel dico… vi son guai…
Meglio fia cangiar consiglio…
Correreste un gran periglio
Se voleste qui restar.
STRULEY
Va’ vigliacco! va’ imbecille!
Qual timor? ma di’ ch’è stato?
GERONIO
È già Adelson tornato.
E domani il caro bene
Va festoso ad impalmar.
STRULEY
Non v’è altro? ebbene?
GERONIO
Ebbene?
Vi par nulla?
STRULEY
Anzi ne godo!
La presenza del nemico
Più mi accende il core ardito,
Ed il colpo stabilito
Già mi accingo ad affrettar.
GERONIO
Ah! se il fato mio briccone
Fa la frode manifesta,
Di legnate una tempesta
Sulle spalle mi cadrà.
STRULEY
Non temer: fortuna amica
Ti promette un viver lieto,
Se il tuo labbro ognor segreto
Questo arcan non tradirà.
Non temer ecc.
È dunque ritornato il mio nemico?
GERONIO
Ve lo dican per me questi segni festivi:
leggete ad Imene: vi era scritto prima al
dispiacere, ed era lì appunto dove Milord,
quando la prima volta gli toglieste Nelly,
andava tutto il giorno a pascere il suo
dolore: adesso tutta la corte è in gala,
Nelly stessa… insomma questo luogo
non spira, che allegrezza, e piacere.
STRULEY
Spirerà tra poco desolazione
ed affanno; stolti!
(leggendo la iscrizione)
Riuniti per sempre…
GERONIO
A proposito: debbo istruirvi di
una novità interessante: era poc’anzi
per inoltrarmi nel più remoto boschetto
di questo parco, quando alcuni lamenti
giunti al mio udito mi arrestano il passo,
e mi fanno tender l’orecchi. Era Salvini,
un certo pittore, che…
STRULEY
Avanti, ne so tutta la storia.
GERONIO
Era egli dunque, che giacente sul nudo
suolo esclamava: «ah Nelly! io ti perdo,
e per sempre? ah no… tutto oserà
il disperato amor mio pria di vederti
in braccio di un amico, che aborro».
STRULEY
Bravo! Salvini amante di Nelly?
sia egli dunque il ministro primiero
de’ miei progetti. Un foglio da me foggiato,
e che serbato avea per ingannar Nelly,
e calmarla, quando l’avrei rapita, serva
ora a rendermi soggetto Salvini.
GERONIO
Ma in qual modo pensate…
STRULEY
Tutto è disposto. È pronto un legno
di pescatori: una vettura di posto
celata nella foresta ci condurrà
velocemente fino alla riva.
Sull’imbrunire qui la lieta brigata
godrà la fresca passeggiata:
Tu attaccherai fuoco alla casa bassa,
ch’è in fondo al parco, per richiamarvi
la compagnia: fra le tenebre, e la
confusione, io saprò scagliarmi a tempo
per involar la mia preda.
GERONIO
Ah! voi mi fate spavento!
STRULEY
Pusillanime! vieni… veggo gente.
(Escono pe ‘l fondo, e si disperdono
per un viale).
SCENA SECONDA
Salvini e Adelson.
Adelson, che trascina seco Salvini dal
fondo di un viale.
ADELSON
Vieni, uomo snaturato! quale insano
furore armava la tua destra? se al par
del vento veloce io non accorreva a
trattenerla, essa avrebbe nel tuo seno
a quest’ora già recata la morte.
SALVINI
Tu non mi sei amico se mi hai
fermato il braccio… io devo… io voglio
morire… odio il mondo, detesto
ogni essere vivente, e per me la esistenza
non è che un peso enorme, intollerabile.
ADELSON
E tu potrai col mondo aborrire anche
il tuo amico? uomo ingiusto! e che
mai ti ho fatto io? se di qualche fallo può
accusarmi l’oltraggiata amicizia, favella,
io te ne prego: fia poco il sangue di
Adelson ad espiarlo… ma no, io conosco
il mio cuore, esso non è colpevole.
SALVINI
Fallo in te? ah cangia accenti o Milord…
io solo… sì io sono il reo… io, che…
ma tu, che mi fissi lo sguardo, non
leggi ancora nella mia fronte l’orror
della colpa?
ADELSON
Quale spaventevole delirio!
chiudi ancora nel petto il cuore di
Salvini? l’anima tua virtuosa? Qual
pertinace silenzio? vi saranno ancora de’
secreti per la nostra tenera amistade?
Dovrò darti maggiori pruove del mio
fedele attaccamento per meritarmi la tua
confidenza?
SALVINI
(Uomo senza pari! ed io oso tradirti?
ed io non cado pentito alle tue ginocchia?).
ADELSON
Torna, o caro, a questo seno,
A me dona un dolce amplesso,
A me dona un fido amplesso,
Se nemico di te stesso,
Abbi almen di me pietà.
SALVINI
Taci… oh Dio! de’ mali miei
Tua bontade aggrava il pondo…
Infelice io non sarei
Senza il peso di amistà.
No… nol posso… sì vorrei
Dirti… ah fuggi! nol poss’io…
ADELSON
Qual furor t’investe?… oh Dio!
Che dovrò di te pensar?
SALVINI
Ah! mi lascia! Ah! mi lascia! io non desio,
Ch’esser solo a lacrimar!
SALVINI e ADELSON
Deh tu scendi o amico Nume,
Nel mio/suo cor, che non ha pace!
SALVINI
Di ragion lo avvivi il lume!
Torni lieto a respirar!
ADELSON
Di ragion lo avvivi il lume!
Torni lieto a respirar!
Parla,
Son pronto a sacrificar tutto per te.
SALVINI
Che dici! oh Dio tu stesso?
Ah non è ver…
ADELSON
Ti vedo ancor perplesso,
Io conosco l’oggetto del tuo tormento,
e sono pronto a cangiare in gioia il tuo dolore.
SALVINI
(Vuol darmi Nelly?).
ADELSON
(Egli ama Fanny).
SALVINI
Farai questo per me?
(Si inginocchia).
ADELSON
Che fai?
Vieni tra le mie braccia!
(Si abbracciano).
SALVINI e ADELSON
In seno al bel riposo
Fa l’alma ormai ritorno,
E alfin ridente il giorno
Per me/te risplenderà.
ADELSON
Nel renderti contento,
Salvini, oh quanto io godo!
SALVINI
Oh raro! oh generoso
Esempio di amistà!
Oh raro! oh generoso
Esempio di amistà!
ADELSON
In gioia un sacro nodo
Il duol saprà cangiar.
Resta Salvini: io vado ad affrettare
la tua felicità.
Tu mi vedrai tra poco al fianco di colei,
che porrà il termine alle tue pene.
(Esce).
SALVINI
E potrò accoglierti nel petto o
lusinghiera speranza?
SCENA TERZA
Salvini e Struley.
SALVINI
Oh amico generoso! tu saprai immolare
i più teneri affetti all’ara dell’amicizia?
STRULEY
(presentandosi con franchezza)
Non è vero: tu sei ingannato,
o credulo Salvini!
SALVINI
Chi a me parla? un incognito!
chi siete voi? che bramate?
STRULEY
La tua felicità: vengo ad assicurartela.
Accetta le mie offerte, e tu mi conoscerai.
SALVINI
La mia felicità? voi? io non comprendo.
STRULEY
Ami tu Nelly?
SALVINI
Oh Dio! chi ha mai potuto istruirvi?
STRULEY
Io so tutto… io ho il dritto di dartela in isposa.
SALVINI
Nelly mia sposa? ma chi siete voi?
un amico di Milord? vi ha egli forse
partecipato la sua generosa risoluzione?
STRULEY
E quale?
SALVINI
Quella di cedermi la mano di Nelly.
STRULEY
Dopo averla resa vittima della sua
seduzione? dopo di aver macchiata
la sua innocenza?
SALVINI
Che dite?
STRULEY
Sì, sappilo: egli è il più malvagio
degli uomini.
SALVINI
Mentitore!
STRULEY
Stolto! egli è maritato in Londra.
SALVINI
Giusto Cielo! maritato?
STRULEY
Sì, conosci tu il carattere di Lord Bermond,
zio di Adelson?
SALVINI
Costui, che niente cela alla mia amicizia,
mi ha non poche volte mostrate le lettere
di suo zio.
STRULEY
Ebbene, leggi.
(Gli dà un foglio).
SALVINI
«Signor Colonnello.
Indispensabili oggetti di famiglia hanno
impegnata la mia autorità a vincere la
inclinazione di Adelson mio nipote. Egli
è già sposo di Milady Arthur. La mano di
costei gli assicura i miei ricchi effetti, ed
un luminoso posto in Corte. Perdonerete
perciò se non può essere più sua Nelly,
vostra nipote…». Stelle! voi il Colonnello
Struley? il zio di Nelly?
STRULEY
Sì, colui che rivendicando i dritti di natura,
avea presso di sé ritirata questa giovane
ingannata, per sottrarla alle insidie
del suo seduttore.
SALVINI
Oh eccesso! oh tradimento! ma come,
s’egli avea destinato di condurla domani
all’altare?
STRULEY
Tutto illusione, tutto inganno!
Ministro, testimoni compri, ligi
del suo dispotismo. Avveduta
Nelly troppo tardi della sua sciagura,
sarebbe stata a te ceduta da Adelson
dopo di aver trionfato della sua
credulità, e debolezza.
SALVINI
Oh colmo di perfidia!
STRULEY
Scegli qual più ti piaccia: ricevere
Nelly innocente dalla mia mano,
o resa bersaglio del libertino Milord?
SALVINI
Ah! non mai! fallace amico! tigre in
sembianza docile, e cortese!… disponete,
signore, del mio braccio: che mai far si
deve onde fulminare quel disleale?
STRULEY
Togliergli Nelly… È facile: che
Nelly teco s’incontri: se questo momento
a te si presenta, sappi profittarne,
trascinala teco, mi avrai pronto al tuo ajuto.
SALVINI
A me questo foglio. Sia convinta Nelly…
STRULEY
Tiello pure, ma non mostrarlo a lei,
se non quando sarà nelle nostre mani.
Il suo oltraggiato affetto la renderebbe
imprudente, e potrebbe farci sfuggire
il più bel colpo.
SALVINI
Non temere… sarò cauto… non mi
perdere di vista… oh Cielo! e può l’uomo
colpevole mascherarsi in tal guisa?
(Esce).
STRULEY
Il mio trionfo è sicuro.
SCENA QUARTA
Bonifacio e Struley.
BONIFACIO
Si fosse stato nnemmiccolo porzì
l’avria trovato! sto mmalora de
patrone sarà nato pè tormiento mio!
STRULEY
(Importuno incontro! costui mi ha veduto!).
BONIFACIO
(E sto piezzo de vastasone, st’ommo
brutto co lo quinnece a levà, che
sta facenno llà appostato?).
STRULEY
(Mi guarda attentamente!).
BONIFACIO
(Mme tene mente sott’uocchio! ajemmè!
la cera è tonna de n’ommo de justizia
travestuto! se fosse ammaturato chello,
che m’ha scritto cainatemo?).
STRULEY
(Potessi partire!).
BONIFACIO
(Se vota attuorno, e pò me torna a tenì
mente! Ah ca lo tremmoliccio già se
sta facenno na partita a tresette dinto
a le ddénocchia!).
STRULEY
Amico, addio…
BONIFACIO
Non t’accostà, ca mme mengo nterra,
e tanto non mme può toccà, ca stongo
nsarvaguardia!
STRULEY
Ascolta.
BONIFACIO
Non t’accostà te dico… vi ca ccà
ce vo lo braccio de Milord, ca si non
t’accuso non ndebeta carcerazione!
STRULEY
Io sono un galantuomo…
BONIFACIO
Galantuomo con sta faccia! non pò
essere… tu ce porte scritte alommanco
trent’anne de servizio co Capità
Alisandriello.
STRULEY
Ma perché ti spaventi?
BONIFACIO
Lo perché lo saccio io, e lo saje porzì
tu, ché ne staje facenne lo sasco…
fatte la rasso, ca co na capozzata
te rompo l’arco de lo pietto!
STRULEY
Chi credi tu che io sia?
BONIFACIO
Uno de chille, che hanno a caccia…
STRULEY
Sì, non errasti, un cacciatore son’io.
BONIFACIO
Visi non l’aggio ‘ngarrata!
cacciatore de mierole spennate?
di’ a chille amice, che t’hanno
mannato, ca si mme vonno
là lo riesto, farrimmo le cambiale
nove da pagarse ncópp’a lo quinto
de la mesata.
STRULEY
Ma tu sei equivoco: io son
un Signore di queste vicinanze,
molto portato alla caccia.
BONIFACIO
(Che me fosse ‘ngannato! a me veramente
ogni sbirro me pare secutorio! ).
STRULEY
Osserva: questo è il carico per la polvere,
questo il sacchetto da pallini.
Vuoi pruova maggiore?
BONIFACIO
E puorte tutta sta roba pè accidere
l’aucielle? n’abbasta schitto la figura toja?
STRULEY
Ti sei sincerato?
BONIFACIO
Comme te chiamme?
STRULEY
Sir Reynald Sciukmis…
STRULEY
Sir Rinaldo Sciurisso mio padrone,
uscia se ne vada, ca dinto a lo boschetto
de Milord non pò sparà chella scopetta toja.
STRULEY
Io lo ignorava.
BONIFACIO
E non te votà arreto, ca chiammo aggente.
STRULEY
Addio. (Esce).
BONIFACIO
Sta vota aggio pigliata na vopa pè storione!
non ce abbasta na libbra de corallina
pe farme passà la paura!
SCENA QUINTA
Salvini e Bonifacio.
SALVINI
(Non vi è il Colonnello!
egli si aggirerà qui d’intorno:
ah perché ancora la sorte non
mi presenta sola Nelly! ).
BONIFACIO
(Songh’io, o non songh’io? l’urzo tene
la faccia cchiù umana de lo soleto?
che novità! o ha da Comparì quacche
cometa, o s’ha da scetare na gran
tempesta de cielo, e de mare!).
SALVINI
Bonifacio!
BONIFACIO
Avite visto Milord?
SALVINI
Sì, e mi ha parlato.
BONIFACIO
(Sta manza la bestia!) e buie porzì
avite parlato a isso?
SALVINI
Sì…
BONIFACIO
Da ommo già, non da animale feroce?
SALVINI
Cioè?
BONIFACIO
Vi site cosuta la vacca pè chillo fattifesta?
SALVINI
Mi sono anzi spiegato… egli mi ha
capito abbastanza.
BONIFACIO
Cossaiute! e camminate ancora
co li piede vuoste? e Milord nun v’ha
mannato ancora dinto a no carruocciolo
a farve curà le braccia e le gamme rotte?
SALVINI
Milord? t’inganni… anzi egli… sì…
l’amico verace, l’uomo virtuoso mi renderà
fra poco felice (vile! lo sarò malgrado
il tuo tristo disegno!).
BONIFACIO
Felice? e comme? levannote le
chianearelle lesionate da la capo, e mettennoce le sane?
SALVINI
Eh! tu deliri!
BONIFACIO
Ma isso ha saputo, ca tu lo vuò fa sta diuno,
o magnà de scammera, e tu solo vuò fa
Giovedì morzillo?
SALVINI
Che intendi?
BONIFACIO
Ca le vuò levà la porpetta de la vocca?
manco capisce? ca vuò bene a Nelly?
SALVINI
Mi pare…
BONIFACIO
E ha ditto de sì?
SALVINI
Lo spero…
BONIFACIO
Te la darrà pè mogliera?
SALVINI
Chi sa!
BONIFACIO
E isso resta a monnà nespola?
SALVINI
Forse…
BONIFACIO
E parlamene senza chiummo, e
senza compasso! co ste parole spezzate
me stuzzeche l’appetito, e me faje restà
muorto de famma.
SALVINI
Lontano non è lo sviluppo…
un fulmine è vicino a scoppiare…
io sarò lieto… sarà infelice chi crede essere
avventurato… taci, attendi, e vedrai…
(Esce per un viale.
Bonifacio rimasto solo dopo
qualche intervallo dice:
BONIFACIO
Taci, attendi, e bedarraje?
Ora vi! lo caso è bello!
Sto mbrogliato ndoveniello
Annevina Bonifà?
Lo Milordo e lo pittore
Co Nelly vonno fa zeza…
O lo spartano pè meza,
O Milordo ha da caglià.
Mo sì, ciuccio… e pecché ciuccio?
Ciuccio e miezzo, e te lo provo…
Sarria chisto un caso nuovo…
Comme nuovo? e siente cca!
Io pè famme per esempio
Na sciammeria stento e sudo;
Doppo fatta, la dò a n’auto
Vesto a chillo, e io resto nudo?
Frate mio non pò quaglià!
Signorsì… non te lo nego,
Primma caritas ab ego:
Ma pè chesto l’amicizia…
Che amicizia, sti stivale!
Frate! Frate! aje perzo le cervella!
Addò c’entra la puella
Amicizia non ce sta,
no, no, no, no, no, no, no, no.
Embé chillo vide e tace:
Che bò maje significà?
Io m’arrangio! n’aggio pace
Pè la gran curiosità!
Che Milordo l’accordasse
La futura doppo muorto?
Non può essere… che dice?
La volessero da amice
Fra di loro combinà?
Peggio assai!
Peggio assai!
vi la mmalora!
Me scervello cca da n’ora
Senza niente annevenà.
Vada a cancaro Sarvino,
Lo Milordo, e la guagliona!
Non borria pè st’annevino
Porzì pazzo addeventà.
E chi corpa a sto malanno?
Chi? na femmena, se sa.
Causa sempre d’ogne affanno,
Che ce straccia, e ce tormenta,
Se ne perda la semmenta!…
Chià, chià, chià,
Non tanto Bonifà!
Tu faje tutta sta barrera,
Ma confessa pò nfra nuje,
Ca no muorzo de mogliera
Fa lo stommaco acconcià.
SCENA SESTA
Nelly, Madama Rivers, Fanny, Salvini,
Adelson, Bonifacio, Struley, Geronio e
Coro.
Adelson, Nelly, Madama Rivers, Fanny,
e Bonifacio, indi Salvini; infine tutti
gli altri, che saranno indicati.
ADELSON
Venite o mie care… ma qui non è l’amico?
Bonifacio! Dov’è Salvini?
BONIFACIO
Mo è ghiuto da chella parte.
ADELSON
Raggiungilo, fa che qui venga.
BONIFACIO
Vaco… (Chisto porzì sta contento!
E chi ha da essere l’infelice?).
(Via e poi torna).
NELLY
E persistete ancora a volere
condurre Salvini da vostro zio?
ADELSON
Sì, quest’uomo benefico volle
per colmo di generosità promettermi
una raccomandazione presso
il Ministro a favor di Salvini.
NELLY
Salvini ha degli affanni,
io ne sono sicura: può essere
che in Roma abbia lasciato
qualche possente affetto…
ADELSON
No, no, non è in Italia l’oggetto
del suo amore: è in Irlanda, è a me vicino.
NELLY
(Stelle! sarebbe egli istruito!).
MADAMA RIVERS
(Di chi ragiona Milord?).
FANNY
(Ah chi sarà la donna tanto fortunata?).
BONIFACIO
Eccolo ccà signò: l’aggio trovato
che beneva e sta via.
SALVINI
(Perfido! forza, o mio cuore!).
ADELSON
Salvini! appressati: ti promise
l’amico ogni sacrificio per vederti
contento? ebbene, esulta! osserva
in qual guisa egli rende appagati i voti tuoi.
ADELSON
Ecco alfin quel caro oggetto
(indicando Fanny),
Che sol desta le tue pene…
Queste amabili catene
la mia mano stringerà.
SALVINI
(Qual sorpresa!).
FANNY
(Oh piacer!).
NELLY
(Quale inganno!).
MADAMA RIVERS
(Che ascolto!).
SALVINI
(Oh affanno!).
BONIFACIO
(Vi che grancio!
Vi che grancio!
che arravuoglio!
Comme n’esce da sto mbruoglio!).
ADELSON
Porgi a lui Fanny la mano…
FANNY
Qual piacer!
Me felice!
SALVINI
(Oh Dio! Oh Dio!).
MADAMA RIVERS
Ma piano!
Par SALVINI impallidito!
NELLY
(Io lo veggo a mal partito!).
ADELSON
Ma tu taci? ti confondi?
All’invito mal rispondi?
SALVINI
(Giusto Ciel! di me pietà!)
ADELSON
Ti confondi? non rispondi?
(Che pensar, che far degg’io?
Che vuol dir quel turbamento?
No, quel cor non è contento,
Grande arcan celando va).
SALVINI e NELLY
(Che pensar, che far degg’io?
Fremo, palpito e pavento!
Qual terribile cimento!
Questo cor tremando sta!).
NELLY
(Che far degg’io? palpito e pavento!
Qual terribile cimento!
Questo cor tremando sta!).
MADAMA RIVERS
(Che pensar, che far degg’io?
Che vuol dir quel turbamento?
Ah non è contento!
Grande arcan celando va).
FANNY
(Che pensar, che far degg’io?
Che vuol dir quel turbamento?
No, quel cor non è contento.
Grande arcan celando va).
SALVINI
(Che far degg’io?
E pavento!
Qual cimento!
Questo cor tremando sta!).
BONIFACIO
(Oh che brutto nuvolone
Già va l’aria ntruvolanno!
Ce succede lo marrone,
E non troppo pò tricà!
Questo cor tremando sta!
Il mio cor tremando sta!).
(Si sentono voci confuse di dentro:
indi vien fuora Geronio
e Coro di domestici affannati).
CORO
Al foco! al foco! soccorso! soccorso! ajuto!
NELLY e ADELSON
Quai strida?
NELLY, MADAMA RIVERS, FANNY e
ADELSON
Oh stelle!
CORO
Tutto è perduto:
Signor correte…
ADELSON
Che cosa è stato?
CORO
L’aja va in fiamme… la casa bassa…
Vorace incendio si è già destato,
Ed al palazzo rapido passa,
Se pronto ajuto non si darà.
NELLY, MADAMA RIVERS, FANNY,
SALVINI, ADELSON e BONIFACIO
Ah! che spavento!
BONIFACIO
Fuoco! mmalora!
Fuimmo…
ADELSON
Andiamo…
NELLY
Ti seguo…
ADELSON
Or ora
Fo a te ritorno… grave è il periglio…
Qui puoi restarti…
l’affido a te.
(a Salvini)
NELLY
(È il cor presago di un fier periglio:
Ah! sventurata! che fia di me?).
MADAMA RIVERS, FANNY, ADELSON,
GERONIO e CORO
Andiam… si corra, che rio scompiglio!
Di qui fermarsi tempo non è!
SALVINI
(Fausto è l’istante, più di consiglio,
Più di riguardo tempo non è!).
BONIFACIO
Dinto a na tana comme a coniglio
Mo Bonifacio se serva affé!
(Geronio esce per altra parte guardingo:
gli altri vanno al palazzo.
Nelly è trattenuta da Salvini).
SALVINI
È il Ciel, che in questa guisa
Chiaro il suo sdegno rende:
Fuggi da chi t’offende…
Nelly! tu sei tradita…
Credimi pur, mia vita,
Renditi a un fido amor!
Ah! renditi a un fido amor!
NELLY
Gli oltraggi tuoi rinnovi?
Chi è questo traditore?
SALVINI
Adelson…
NELLY
Mentitore!
Rispettalo!
SALVINI
Non mai:
Allor che tu saprai
Qual ti s’ordisce inganno,
Saprà destarti orror.
NELLY
Labbro infernal! favella…
SALVINI È
Adelson maritato..
NELLY
M’inganni scellerato?
SALVINI
A un impudico affetto
Immolerà il tuo onor.
NELLY
Ah, qual crudel sospetto
Ridesta il mio timor!
SALVINI
Seguimi…
NELLY
Non fia mai…
Lasciami… seduttor!
(Qui comparisce dal fondo Struley
avvolto in un mantello).
STRULEY
Né cede ancor costei?
NELLY
Chi veggo! oh Ciel! Struley!
STRULEY
Ravvisami…
NELLY
Inumano!
Tu qui?
STRULEY
Da questa man
No, più non fuggirai…
no, non più tu fuggirai…
NELLY
Ah! barbaro Salvini!
Sei tu che mi trascini
In braccio a un oppressor?
SALVINI
Ah no, ti calma… è lo zio,
Che a un tradimento rio
T’invola e al tuo rossor.
NELLY
T’inganna, egli è un crudele…
STRULEY
D’inutili querele
Questo non è l’istante:
Se vuoi salvar l’amante,
Se a quella mano aspiri,
Salvini, a suoi sospiri
Chiudi le vie del cor.
NELLY
No!
Salvini… alle tue piante
Vedimi alfin spirante.:.
Rammenta che un amico
T’amò più di se stesso…
Che un mostro detestevole
Ti rende questo eccesso…
Ah! di virtù lo strido
Ti tragga da un delitto:
Te imploro in tal conflitto
Mio scudo, e protettor.
SALVINI
(Vacilla a quegli accenti
Già tutto il mio vigor!).
STRULEY
Stanco de’ suoi lamenti,
Di tua viltà son io…
Seguimi…
(Prende per il braccio Nelly).
NELLY
Oh Dìo!
SALVINI
Essa’già manca… aspetta!
STRULEY
Ah no, la mia vendetta
Più tollerar non sa…
SALVINI
Vendetta sol ti guida?
Or veggo il tuo disegno!
Io la difendo!
STRULEY
Indegno!
Tu ancor cadrai…
Sì, chi è là!
(Geronio in soprabito comparisce ed
impugnando uno stilo trattiene Salvini).
GERONIO
Pronto a’ tuoi cenni…
STRULEY
Trattienilo…
(a Geronio indicando SALVINI).
NELLY
Oh complice d’iniquità!
STRULEY
(a Nelly)
Vieni…
NELLY
Salvini! Adelson!
(Cade svenuta fra le braccia di Struley,
il quale la copre col suo mantello e
la trascina via).
SALVINI
Rendimi il mio tesoro…
STRULEY
Morrà se tu mi segui…
SALVINI
Furia! ove vai? t’arresta!
GERONIO
Nel tuo dolor qui resta.
(Geronio, dopo aver fatto partire Struley,
lascia Salvini e segue le tracce del primo).
SALVINI
Nel seno degli abissi
Seguirti anch’io saprò.
(Esce disperato).
(Torna Adelson con Fanny,
Madama Rivers e Coro).
MADAMA RIVERS, FANNY, ADELSON e
CORO
Lieti facciam ritorno,
Ogni timor finì.
ADELSON
Ma dove son?
(Si ode un colpo di pistola).
MADAMA RIVERS, FANNY, ADELSON e
CORO
Qual colpo!
ADELSON
Oh Dio! che fia?
MADAMA RIVERS, FANNY e CORO
Lo strepito Di qua, di qua si udì.
(Comparisce Salvini nel massimo
abbattimento).
ADELSON
Salvini! ah parla…
SALVINI
Arrestati!
Non avanzarti, o misero!
MADAMA RIVERS, FANNY, ADELSON e
CORO
Oh qual furor!
SALVINI
Detestami!…
ADELSON
Quai smanie! Ov’è Nelly?
SALVINI
Uccidimi…
ADELSON
Ma spiegati…
SALVINI
Ah! non è più! morì!
MADAMA RIVERS, FANNY, ADELSON e
CORO
Gran Dio!
ADELSON
Qual mano?
SALVINI
Questa…
ADELSON
(scagliandosi contro Salvini)
Ah disumano!
MADAMA RIVERS, FANNY e CORO
Fermati!
SALVINI
Ferisci! ferisci!
MADAMA RIVERS, FANNY e ADELSON
Oh giorno! oh barbaro
Eccesso! oh mia Nelly.
CORO
Oh giorno! oh barbaro
Eccesso! oh infausto dì!
(Quadro generale).
Si cala il sipario
Fine dell’atto secondo

ATTO TERZO

La scena offre un padiglione lugubre,
illuminato dalla debole fiamma di una lampada
sospesa nel mezzo.
SCENA PRIMA
Adelson.
Adelson è nel fondo seduto e concentrato: lo
circondano alcuni uffiziali. Egli ha tutte le
decorazioni di un Lord Giudice del Cantone.
ADELSON
Che a me si conduca Salvini: s’egli
dovesse subire un formale giudizio, se
armato del potere delle leggi io dovessi
punirlo de’ suoi criminosi trascorsi,
voi qui non mi vedreste negli attributi
di un tremendo ministero.
Adelson giudice ed offeso? ah giammai!
altri progetti… una nobil vendetta…voi
conoscete il mio cuore e le mie intenzioni.
Andate e tacete… Mi sia prima introdotto
Bonifacio.
(Escono tutti, resta solo Adelson).
Salvini avea riposto in questo suo
domestico, che lo seguì fin da Roma,
tutta la sua confidenza.
SCENA SECONDA
Adelson e Bonifacio. Bonifacio timido
s’introduce, e detto.
BONIFACIO
(Vota, gira e martella, e o pè fas,
o pè neifas ncuollo a lo zegrino
avea da ire a grociolià lo strummolo! ).
ADELSON
Avanzati.
BONIFACIO
Mo Signò… e non bedite ca ccà
non se ce vede propeta? chesta me pare
l’anticamera de lo palazzo de Plutone!
chella lampa accosì miccia, sto padiglione
e colore de notte arrassosia! me fanno
nchiudere la vocca de lo stommaco!
ADELSON
Senza turtuosi giri di studiate parole
pensa a svelarmi il vero, empio complice
degli eccessi di uno scellerato padrone?
BONIFACIO
Chisto mo è no schiaffone, che date
a la mia pudicizia! io so nato, signò,
co le commesechiamma meje, aggio
magnato sempre pane tuosto
e reputazione molla, e perciò
chi more quatro non pò nascere tunno.
ADELSON
Parla, e spera da me un generoso
perdono, se senza velo o mistero saprai
rispondere alle mie interrogazioni.
BONIFACIO
(Eh! malerba te canosco! tu si piccolo
quant’a n’agrillo, ma tiene la malizia
de la vorpa! non me la ficche!).
ADELSON
Dimmi: Nelly vedeva il tuo padrone?
BONIFACIO
Si non era cecata, l’aveva da vedè
sicuramente.
ADELSON
Cominciamo male!
BONIFACIO
(E fenarimmo peggio!).
ADELSON
Era spesso Nelly in colloquio con
Salvini? sì, melo dice quell’occhio,
benché procuri di negarlo il tuo labbro.
BONIFACIO
No lo credite a st’uocchio mio,
signò isso è la causa de tutte le guaje
mieje, che addò s’è appezzato isso, ce ha
voluto afforza carrià le mano. Nelly… ahù!
poverella! che lo Cielo l’aggia ngloria a
essa, e ce faccia campà a nuje n’auto
migliardo de secole… schitto Milordo sujo
le squagliava mmocca!
ADELSON
E per Salvini?
BONIFACIO
Isso se mbroscenava, e
chella lo trattava pecché amico
de Voscellenza…
ADELSON
È dunque Salvini lo scellerato,
il perfido seduttore.
BONIFACIO
E Salvini manco ce corpa…
lo poverommo mereta compassione.
ADELSON
Nelly innocente?
Salvini non colpevole?…
chi dunque sarà il reo?
BONIFACIO
Io lo saccio e te lo ddico, signò,
ma prommietteme da chello
che si’ che non te piglie collera?
ADELSON
Te lo prometto: parla liberamente.
BONIFACIO
Chillo, che beramente fa fatto tutto
sto mbruoglio, e no certo Milord…
ADELSON
Un Lord?
BONIFACIO
No, Lordissimo.
ADELSON
Il suo nome?
BONIFACIO
Adelson…
ADELSON
Io stesso?
BONIFACIO
Gnorsì… Voscellenza è stato chillo,
che s’ha scavata la fossa co le mane soje.
ADELSON
Baldanzoso che dici?
BONIFACIO
E mo pecché te nfurie?
ADELSON
Ed osi sostener che il fabbro
io fui Di mie crude sciagure?
BONIFACIO
Voscellenza… ca chi?
ADELSON
Non replicarlo!…
BONIFACIO
Non c’è che ddì! la verità dispiace!
Stamme a sentì, mo te facc’io capace:
Miette l’esca vicin’a lo ffuoco,
E dì a chesta… guè! sta! n’appiccià!
Si a na rota la vùtte no poco,
Va lle dice… guè! sta! non botà!
ADELSON
Cosa intendi con quel paragone?
BONIFACIO
Ca si aje fatto lo scacamarrone,
Mo t’attocca, signò, de caglià.
ADELSON
Io? balordo! puoi sol dubitarne?
BONIFACIO
Comme no? vi ca l’ommo è de carne!
Te ne vaje nzicco nzacco accossì,
Lo pittore lo lasse, e co chi?
Co na nenna azzeccosa e cenera:
E bide ogge… e pò parla stasera…
Lo dimane na risa, n’occhietto…
L’auto juorno no ciancio, un saletto…
Simmo fracete! ammore se mmesca!
Te ragione! addò sta? va la pesca!
Et abissum ammoccate abisso!
L’artificio chi pò chiù stutà?
ADELSON
Ah! fui cieco! perdei la ragione!
Troppa fede ti diedi, o amistà!
BONIFACIO
(Che se corca pè mme Ciciarone!
Chiù balente songh’io pè parla).
ADELSON
Ma dì… a parte eri tu del secreto?
BONIFACIO
Quaccosella… cioè…
ADELSON
Non mentire…
Parla… tosto…
BONIFACIO
Vedite… il sapea…
ADELSON
E mel taci? e non parli? alma rea!
Proverai, traditor, l’ira mia!
BONIFACIO
E mo faje st’auta gran guapparia!
ADELSON
Sia quest’empio alla pena serbato…
BONIFACIO
Io che c’entro?
Io che c’entro? Oscellenza,
Oscellenza è cecato…
Chillo chiagne, te vede, te vede e te fuje…
Le vuò dare nepoteta… oibò… oibò…
Si non era ‘mpeciato’ pè nuje,
Schitto moglieta c’era, signò.
ADELSON
A si, taci…
BONIFACIO
(Pozzo dì..)
ADELSON
L’error mio tu crudel mi rammenti!
BONIFACIO
(Pella mia!)
ADELSON
L’error mio tu crudel mi rammenti!
Ah! qual benda mi cade sul ciglio!
Di me stesso son io l’oppressor!
BONIFACIO
(Ah! si n’esco da sta mazziata,
Pozzo dì… pella mia! mo si nata!
Me dong’armo, ma comme à coniglio
Me sta mpietto tremmanno già il cor!)
ADELSON
Ah! qual benda mi cadde sul ciglio!
BONIFACIO
(Ah! si n’esco da sta mazziata
Pozzo dì… pella mia! mo si nata!).
ADELSON
Di me stesso son io l’oppressor!
BONIFACIO
(Me dong’armo, ma comme a coniglio
Me sta mpietto tremmanno già il cor!).
Signò!
Signò! vì ca l’ommo è de carne!
Signò!
ADELSON
Ah sì, taci… deh frena gli accenti!
L’error mio tu crudel mi rammenti!
Ah! qual benda mi cadde sul ciglio!
Di me stesso son io l’oppressor!
BONIFACIO
(Pozzo dì… pella mia! mo si náta!
Me dong’armo, ma comme a coniglio
Me sta mpietto tremmanno già il cor!
tremmanno il cor!
Ah! si n’esco da sta mazziata
Pozzo di… ecc.).
ADELSON
Ritirati.
BONIFACIO
Me ne torno, signò, n’auta
vota dinto a lo carafuocchiolo,
addò m’avevano nzerrato prima?
ADELSON
No: puoi andare. Sei libero.
Taci però, alcun non sappia
quanto a me dicesti.
BONIFACIO
Me coso la vocca a retopunto:
bonanotte a Boscellenzia…
(E non me ne vaco a Napole e fa lo
paglietta?).
(Esce).
ADELSON
Oh con quai rozzi, ma veridici sensi
ha costui sgombrati i dubbi miei?
ecco Salvini! miserabile! oh
quanto peno a quell’aspetto languente!
Adelson! coraggio! tutto è velocemente
preparato: ti creda egli suo giudice e si
compia così il tuo disegno.
SCENA TERZA
Nelly, Salvini, Adelson e Coro.
Salvini entra: lo precedono i domestici
di Adelson egli uffiziali, che circondano
Milord.
SALVINI
Ove son io? quale scena ferale!
Milord! perché a giudicarmi
sceglieste luogo così funesto?
ADELSON
Accusato! niuna intempestiva
domanda: in me ravvisa il tuo
giudice: ti concentra, e rispondi.
SALVINI
Sì, son reo… vi prevengo nella
domanda, e vi rispondo:
un amor cieco, un amore,
che più limiti non conosceva,
s’impadronì del mio spirito…
io ho voluto troncarlo colla
perdita della mia vita,
voi mi avete disarmata la mano…
io ho voluto palesarvi
il terribile arcano,
voi me lo avete sempre
arrestato sul labbro.
ADELSON
(Ah Bonifacio! tu mi dicesti il vero!).
E questo amore criminoso dovea
renderti ancora l’assassino
dell’oggetto adorato?
SALVINI
Io! ah! ed avrei potuto esserne capace?
quel colpo micidiale fu ad altri destinato.
ADELSON
A chi mai?
SALVINI
Al di lei barbaro rapitore…
ADELSON
Scellerato! e quale altro rapitore,
che Salvini?
SALVINI
Leggete.
(Gli dà il foglio, che a lui ha consegnato Struley).
ADELSON
«Al Colonnello Struley> :
oh nemico a me sempre fatale!
e chi ti diè questo foglio?
SALVINI
Egli medesimo! ah! poss’io
rimembrare quel momento funesto?
ecco la sventurata Nelly spirare
in potere del suo rapitore… troppo
tardi disingannato io corro,
io mi slancio su di lui…
egli mi scarica una pistola,
ed il caso ne svia il colpo…
guadagno furibondo il pugnale
dell’empio Geronio…
mi avvento allo scellerato Struley…
gli vibro un colpo… ma… oh Dio!
grida allora Struley…:
«miserabile! tu hai uccisa Nelly!»
… a questi terribili accenti,
che ancora mi risuonano all’orecchio,
io più non conosco me stesso…
frenetico mi volgo in cerca della morte…
voi mi avete sorpreso… investito…
ah Milord!
non giova rammentarvene il resto…
ADELSON
Disgraziato! abbandonar così
in braccio del mio spietato persecutore
il più prezioso deposito che a te feci di un
oggetto a cui era attaccata la mia
esistenza? la lunga esperienza del mio
carattere, la conoscenza de’ miei
sentimenti non doveano preservare il tuo
cuore dalla seduzione? non ha esso
gridato contra questo infernale
complotto! va’! tu sei un assassino! io ti
abbandonerò al destino che ti attende,
servirai di spavento a’ traditori tuoi pari…
SALVINI
Ebben perché respira
Il reo Salvini ancor? d’acuto ferro
Arma la destra, il sen mi schiudi e squarcia
Un cor che ti tradì: termine almeno
All’immenso mio duol l’amico appresti…
ADELSON
L’amico! ah! più non è …. tu l’uccidesti!
Trema però; la giusta mia vendetta
Ingegnosa diventa: agli occhi tuoi
La vittima offrirò, che trucidasti…
SALVINI
Ah! che ascolto! gran Dio!
ADELSON
Saper ti basti
Ch’è in mio poter l’amata spoglia…
SALVINI
Ah ferma!
Sia men crudel la tua sentenza… atroce
Più del supplizio è il barbaro martire
Che a me prepari… io riveder quel ciglio
Che chiuse la mia man? spietata mano!
Ah! questa sola idea d’orror mi covre!
M’agghiaccia il cor! parmi veder già irata
L’ombra di lei che furibonda affretta!
Quel pugnal che farà la sua vendetta!
Si cadrò… ma estinto ancora,
Ombra bella io t’amerò.
Per amarti ah vissi ognora
Sventurato e senza pace!
E la fiamma mia vorace
Nella tomba io serberò, sì
Nella tomba io serberò!
ADELSON
(Un affetto contumace
Dove mai lo trascinò!).
CORO
(Fu di tutto Amor capace,
Se ragion lo abbandonò).
(Al cenno di Adelson si aprono le cortine. Nelly
è in mezzo a Fanny e Rivers ed a’ villani, che la
coronano di fiori. Quadro generale. Salvini,
sorpreso al sommo, e non credendo a ciò che
vede, esclama)
SALVINI
Ah compite l’opera de’ vostri benefizi!
istruitemi almeno in qual modo…
NELLY
Struley avea ricevuto nel suo mantello,
ove avvolta mi avea, il colpo,
che voi confuso a lui scagliaste…
ciò ha cagionato il vostro errore.
ADELSON
E ha salvato la mia Nelly dal periglio.
Dopo il tuo avviso spargendosi dappertutto
i miei domestici lo han sorpreso,
mentr’egli nascondevasi in un antro vicino:
gli hanno tolto la preda,
ed unito al suo complice Geronio
lo han serbato alla pena, che lo attende.
SALVINI
Oh prodigio!
ADELSON
Io dovea punire un delinquente amico
e Nelly suo malgrado ha servito
alla mia generosa vendetta.
SCENA ULTIMA
Bonifacio, e detti..
Nelly, Madama Rivers, Fanny, Salvini
Adelson, Bonifacio e Coro.
BONIFACIO
Addò sta? addò sta chella pimpinella,
che lo Cielo ha voluto sarvà pè consolà
a tutte li sconsolate?
o signorina bella mia, eccome cca
a li piede vuoste:
sto galantommo ve pò dì quanto aggío
combattuto pè farle mettere judicio.
SALVINI
È vero, ma i suoi consigli allora
eran vani per me.
ADELSON
Ma adesso è in te verace il pentimento?
SALVINI
Ah Milord! ne dubitate?
ADELSON
Ebbene, vieni fra le mie braccia,
torna libero alla tua patria: un pingue
assegnamento, che ti stabilirà una vita
tranquilla, servirà a dimostrarti che le tue
offese sono già cancellate dal mio cuore.
BONIFACIO
Chi può tenè no core accossì
granne e generoso?
ADELSON
Ah Nelly! Tributo umìle
Questa destra è a pregi tuoi.
(La sposa).
NELLY
Oh piacere! oh gioia! ah voi
Paga appieno mi rendete!
FANNY
(Vani affetti, in me tacete
Se il destin vi condannò!).
SALVINI
(Tristi affetti, in me tacete.
Se un delitto vi destò!).
BONIFACIO
Feste alò! fra li banchette
Sciascià volimmo n’anno.
MADAMA RIVERS
Ed in giubilo l’affanno
In ogni alma si cangiò.
SALVINI
(Tristi affetti in me tacete
Se un delitto vi destò!).
NELLY, MADAMA RIVERS, FANNY,
ADELSON, BONIFACIO e CORO
Segni con bianca pietra
Ciascun la nuova Aurora,
Giungan gli Evviva all’Etra!
Pace qui regni e Amor!
FANNY
(Vani affetti, in me tacete
Se il destin vi condannò!).
SALVINI
(Tristi affetti in me tacete
Se un delitto vi destò!).
NELLY, MADAMA RIVERS, ADELSON,
BONIFACIO e CORO
Giungan gli Evviva all’Etra!
Pace qui regni e Amor!
Giungan gli Evviva all’Etra!
Pace qui regni e Amor!
Pace e Amor!
Fine

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