L’assedio di Calais (1836)

The More I learn, the Less I Know

L’assedio di Calais (1836)

The Siege of Calais
Lyric Drama in Three Acts
Libretto by Salvatore Cammarano

An audio recording that corresponds largely to the text here posted. It includes the final aria for Eleonora, “Questo pianto che sul ciglio,” added later and unfortunately omitted from the Italian text I have.

CAST OF CHARACTERS

Edoardo (Edward III), king of England and pretender to the crown of France (Bass)
Isabella, queen of England (Mezzo-Soprano)
Giovanni (Jean d’Aire) (Tenor)
Eustachio (Eustache de Saint-Pierre), mayor of Calais (Baritone)
Aurelio (Aurèle), his son (Contralto)
Eleonora (Eléonore), wife of Aurelio (Soprano)
Edmondo (Edmond), English general (Tenor)
Un Incognito (An Unknown Man) (Bass)
Giacomo (Jacques de Wisants) (Tenor), Pietro (Pierre de Wisants) (Baritone), Armando
(Armand) (Bass) — Relatives of the mayor
Chorus of ladies in waiting to the queen, English officials, People of Calais of both
sexes, magistrates, and French officials.
Extras: English and French soldiers.

The action takes place partly in Edward’s camp and partly in the city of Calais.
The time is 1347.

ATTO PRIMO

I posti avanzati del campo inglese: in fondo parte delle mura di Ca-lais, bagnate dal mare.

SCENA PRIMA
I guerrieri inglesi giacciono immersi in profondo sonno. Aurelio col soccorso d’una scala di corde, scende dai merli, ed involati alcuni pani li connette alla estremità d’una fune, che tosto ritira la sua preda. Sventuratamente un guerriero si desta, e dà il segnale d’allarme: parte del campo si leva a rumore.

[Coro]
Guerrieri I
All’armi…

Guerrieri II
Circondatelo…
Non abbia via di scampo…

Guerrieri I
Protetto dalle tenebre
Ei qualche trama ordì!…

Guerrieri III
All’armi…

Guerrieri IV
Orrende insidie,
Certo son tese al carnpo!…

Intanto Aurelio datosi velocemente alla fuga, ed essendogli impedito d’accostarsi alle mura, si precipita fra l’onde, salvandosi a nuoto.

Guerrieri I
Ov’è?…

Guerrieri II
Disparve!…

Guerrieri III
Ah! rapido
Solcando il mar fuggì!

Molti accorrono verso il lido, scoccando, ma invano, contro Aurelio un nembo di strali.

Tutti
Fuggi codardo, un’aura
Ti resta ancor di vita:
Per te non fia ricovero
Ma tomba la città.
Ove le mura or sorgono
Di questa gente ardita,
Un monte di cadaveri
Fra poco sorgerà.
(si ritirano)

SCENA SECONDA
Vestibolo interno del palagio municipale: in fondo veduta di Calais, e parte de’ suoi baluardi. Albeggia. Tremenda quiete regna per tutto. Eustachio si avanza cupamente assorto ne’ suoi pensieri.

[Scena]
Eustachio
Qual silenzio funesto! Un gemer fioco
Sol, tratto tratto, l’interrompe!… Ahi! pianto
È dell’afflitto, che spirarsi accanto,
Mira il padre, o il fratello! È derelitta
Sposa, che plora del compagno estinto
Sulla gelida salma!
È singhiozzo di madre, a cui le fonti
S’inaridir, che vita
Fûro al lattante pargolo… ed ei muore
Sul grembo onde già nacque! Orrendo stato!
Fatal penuria! Omai
E soccorso, e alimenti, e speme… e tutto,
Tutto ne manca… tranne
Il patrio amore. Ecco raggiorna affatto,
E ancora il figlio mio
Non veggo!…

SCENA TERZA
Eustachio ed Eleonora.

Eleonora
(nella estrema desolazione)
Egli è perduto…

Eustachio
Egli!… Gran Dio!…
Perduto!… Che dicesti?… Ah! narra…

Eleonora
Il pegno
[Cavatina]
Del soave imeneo che a lui mi strinse,
Già langue da più dì, che scarso il nudre
Cibo malsano, il padre
Lo guarda e geme… e volge entro la mente
Il pensier di salvarlo…

[Scena]
Eustachio
Ebben?

Eleonora
Fra l’ombre
Della notte ravvolto
Nel campo ostil discende…

Eustachio
Ahimè!… che ascolto!

Eleonora
Alcun lo scorge…

Eustachio
Io palpito!…

Eleonora
Suona dell’arme il grido…

Eustachio
Ciel!…

Eleonora
Di guerrieri innumeri
Tutto si copre il lido…

Eustachio
Figlio!…

Eleonora
Lo incalza un turbine
Di strali…

Eustachio
Oh, mio terror!…

Eleonora
E l’infelice…

Eustachio
Acquetati,
Che t’ode il genitor.

[Duetto I Cantabile]
Le fibre, oh Dio! m’investe
Orrida man di gelo!…
Trema il terren!… Si veste
Per me di lutto il cielo!
D’ogni crudel sciagura
È colma la misura!…
Oh! sventurata patria,
Il tuo guerrier perì.

Eleonora
Fero, mortal periglio
Il patrio suol minaccia!…
Egro, languente il figlio
Mi stende invan le braccia!…
In tanto acerbo duolo
M’era conforto ei solo…
E quel conforto, ahi misera!
Il fato a me rapì.

SCENA QUARTA
Giovanni e detti.

[Tempo di mezzo]
Giovanni
Ah! signor…
(avanzandosi affrettatamente)

Eustachio
Ne’ sguardi tuoi
Sfavillar la gioia io veggio!…

Giovanni
Vive il figlio, e riede a noi.

Eustachio e Eleonora
Che!…

Eustachio
Son desto?…

Eleonora
Non vaneggio!…

Giovanni
Presso a morte, il mar gli offrìa
Di salvezza incerta via…
Ei securo ed animoso
Il cimento superò.

Eustachio
Figlio mio!…

Eleonora
Diletto sposo!…

Eustachio e Eleonora
(con tutto il trasporto della gioia)
Vivi!… Al sen ti stringerò!…

[Duetto II Cabaletta]
Un istante i mali oblio
Dell’orrenda e lunga guerra!…
Un istante sulla terra
Il destin sorrise a me!
Ah! gioisci, o suol natìo,
La tua spada in lui ti resta…
Splende in mezzo alla tempesta
Una stella ancor per te!

[Scena]
Eleonora
Il figlio a me.

Giovanni entra per una porta che mena agli appartamenti superiori.

Quanto per lui rinserra
Di caro il mondo, al giunger suo qui vegga
Insiem raccolto…

Eustachio
Non udisti, o figlia,
Un suon di passi?…

Eleonora
Oh! come
Il cor mi balza!…

Eustachio e Eleonora
È desso!…

SCENA QUINTA
Aurelio dal fondo e Giovanni, che ritorna conducendo il piccolo Filippo, alcuni servi e detti.

Aurelio
Ah! padre mio!…
Sposa!… Figlio diletto!…
Chi prima stringer deggio a questo petto?

[Cavatina]
Al mio core, oggetti amati,
Vi congiunga un solo amplesso…

Eustachio ed Eleonora si stringono al suo petto, mentre Giovanni gli pone il funciullo fra le braccia: tutti piangono di tenerezza.

Ah! de’ giorni a me serbati
Tutto il prezzo io sento adesso!
Il terren, ch’è tomba agli avi,
Come è dolce riveder!
Spargo lagrime soavi
Nell’ebbrezza del piacer!

Dopo arer concesso libero sfogo agli affetti, si scioglie dalle braccia de’ suoi, tergendosi le lagrime.

[Tempo di mezzo]
Basti… ah! basti: di natura
Secondammo i sacri moti:
Or n’è d’uopo ad altra cura
Innalzar la mente e i voti.

Ad un suo cenno i servi riconducono il fanciullo.

Qualche raggio di speranza
Per Calais, signor t’avanza?
(ad Eustachio, che alzando gli occhi al cielo manda un profondo sospiro e tace)
Ah! compresi!

Eleonora
Oh, giorno!

Giovanni
Ei tace,
Ma tacendo è assai loquace!
Della patria già s’appressa
L’ora estrema.

Eleonora
Ho in petto un gel!…

Giovanni
Nulla omai possiam per essa!

Aurelio
(in tono di rimprovero)
Nulla!

Giovanni
E che!

Aurelio
Morire.

Eleonora
Oh, Ciel!

[Cabaletta]
Aurelio
Giammai del forte l’ardir non langue:
L’ultima stilla del nostro sangue,
L’estremo anelito la patria avrà.
Cadrem raggianti d’eterna gloria!…
Più luminosa d’ogni vittoria,
Sin la sconfitta per noi sarà!…

Gli Altri
Tremendo fatto dirà la storia!…
Patria infelice!… Una memoria
Di te soltanto avanzerà!

[Recitativo]
Giovanni
All’affidato incarco
Di vigilar le mura
Io riedo.

Eustachio
E sia tua cura
Di ristorarne le recenti offese,
Ed i merli crollati
Sotto l’assiduo fulminar de’ cavi
Bronzi tonanti.

Giovanni parte.

Eleonora
E pertinace ognora
L’anglo regnante, la cittade a patti
Aver disdegna, o padre?

Eustachio
La battaglia, in cui respinto
Era Filippo, e vinto
E prigion fatto chi per lui reggeva
Le sorti di Calais, crebbe l’orgoglio
Del vincitor superbo: egli lo scempio
Di noi tutti giurava.

Aurelio
E ben s’avvisa
Imperar di Calais fra le deserte
Mura tacenti. Qui non batte un core
Che non arda d’affetto
Pel regnator che Iddio
Ne dava…

Eleonora
Un mormorio
Per l’aura si diffonde!…

Eustachio
E più s’avanza!

Aurelio
Rimbomba la città, qual vasta riva
Cui flagella mugghiante irato flutto!

Eustachio
(a Giovanni che ritorna ansante e cosparso di pallore)
Che avvenne?

SCENA SESTA
Giovanni e detti.

Giovanni
Il popol tutto
Vêr te si avanza… Un uom feroce ardisce
Accusarti de’ mali
Onde siam carchi… Divulgar lo senti
Che vôta d’alimenti
Fia la cittade al nuovo giorno… Un grido
Sorge da tutti i petti ad acclamarti
Il difensor più saldo
Della patria, e del re. Pochi soltanto
Iniqui o folli di colui son eco
All’empie voci… ed egli
Già furioso irrompe a questa volta
Chiedendo il sangue… Ah! dir non l’oso… Ascolta.

[Scena]
Incognito
(e due seguaci ancor da lontano)
Muoia Eustachio…

Aurelio
Traditori!…

Eleonora
Deh! ti salva…

Eustachio
Io qui starò!

SCENA SETTIMA
Armando, Giacomo, Pietro, soldati, un Incognito. Popolo e detti. Alcuni soldati si arrestano sull’ingresso, incrociando le picche, onde impedire all’Incognito d’inoltrarsi.

Incognito
Ecco l’empio…
(additando Eustachio che fa segno ai soldati di abbassare le armi, e si avanza)

Due Seguaci
Muori, ah! muori…

Eleonora
Giusto ciel!…

Eustachio
Ferite.

Aurelio, Giovanni, Armando, Giacomo e Pietro
Ah! no…

I congiunti di Eustachio accorrono in sua difesa con le spade sguainate, ma egli si presenta a que’ due forsennati, offrendo il petto ai loro ferri: essi restano immobili colpiti dalla nobile intrepidezza del maire e dal suo venerando aspetto.

[Finale dell’Atto Primo]
[Complesso: 10 voci]
Eustachio
Che s’indugia? In questo core
Scenda il ferro parricida.
(all’Incognito e due seguaci)
Cieca gente, il reo furore
Sfoga pur che a me ti guida.
Ah! vendetta innanzi a Dio
Mai non chieda il sangue mio;
Morir bramo invendicato,
Perdonando il fallo a te.

Aurelio, Eleonora, Giovanni, Armando, Giacomo e Pietro
Gente ingrata, non è questi
Il tuo padre, il tuo sostegno?
E immolarlo tu potresti
Al tuo folle, iniquo sdegno?
Ah! delitto così rio
Griderebbe innanzi a Dio;
E quel sangue il cielo irato
Ricader farebbe in te!

Due Seguaci
(A quei sensi, a quell’aspetto
Più lo sdegno non m’invade…
No, ferir non so quel petto…
Dalla man l’acciar mi cade.
Ah! delitto così rio
Griderebbe innanzi a Dio,
E quel sangue il cielo irato
Ricader farebbe in me!)

Incognito
(Non previsto e fero inciampo
Si frappone al mio disegno…
Ah! fugace al par d’un lampo
In quei petti fu lo sdegno!
Nembo orribile vegg’io
Passeggiar sul capo mio!…
È di te più forsennato,
Plebe vil, chi fida in te.
Si tenti ancor.)

[Scena]
Destatevi,
L’indegno percuotete.

Eustachio
Del sangue mio, rispondimi:
Ond’hai sì cruda sete?

[Duetto]
Incognito
Onde punir quel perfido
Tuo baldanzoso ardire.
Te spento, umano al popolo
Fia l’anglo invitto sire:
Ché tu di giusta collera
Le fiamme in lui sol desti.

Eustachio
Oh! qual balen tralucere
Al mio pensier facesti!
Lo sguardo in volto affiggimi.

L’Incognito si turba, e non osa sostenere gli sguardi del
maire.

Franco non è costui.

Incognito
(con manifesto scompiglio)
Che?

Eustachio
Puote alcun qui sorgere
Mallevador per lui?
V’ha chi di sua progenie
Svelar qui possa il nome?

Tutti si guardano l’un l’altro: silenzio universale.

[Scena]
Ti strappa quel silenzio
Ormai la larva.

Incognito
Come!…

Eustachio
Un anglo egli è, di fraudi
Macchinatore astuto.

Popolo
Fia ver!…

Eustachio
Se puoi, smentiscimi.

Aurelio, Eleonora, Giovanni, Armando, Giacomo e Pietro
Che tardi?

Incognito
(Ah! Son perduto!)
(dopo un momento di esitazione si lancia per trucidare Eustachio)

Aurelio, Giovanni, Armando, Giacomo e Pietro
Vile assassin!

Avendolo prima disarmato, lo atterrano, e vibrano le spade per ucciderlo.

Eustachio
Fermatevi!
Morrà, ma non di spada.

L’Incognito è circondato dai guerrieri.

I due Seguaci
Ah! ne sedusse un demone!…
A piè di lui si cada.
(prostrandosi innanzi al maire)
Signor, perdono.

[Arioso]
Eustachio
Alzatevi,
E quest’infame apprenda
Come fia chiara e nobile
Del vostro error l’ammenda.
Pria che perir qui vittime
D’orrida fame, a danno
Usciam dell’implacabile
Conquistator brittanno.
Morte, ma in campo.

Popolo
Guidaci.
Morir saprem con te.

Eustachio, Aurelio, Giovanni, Armando, Giacomo, Pietro e Popolo
Sarà di guerra unanime
Grido: la patria, il re.
(con tutto l’impeto d’una estrema disperazione)

[Tutti]
Come tigri di strage anelanti
Piomberem sul nemico spietato,
Negli sguardi, nel volto spiranti
Ira estrema, furor disperato…
Scorreranno torrenti di sangue,
Tutto il campo una tomba sarà.

Eleonora e le Donne del Popolo
Della tromba lo squillo ferale
Fia tremendo presagio di morte;
S’avvicina il momento fatale…
Pianto o prece non cangia la sorte.
Ne persegue condanna di sangue,
Ed è morta per noi la pietà.

Incognito
Il momento terribile è giunto,
Di noi tutti è segnata la fine.
M’uccidete, ma solo d’un punto
Io precedo le vostre rovine,
Ma d’un popolo intero col sangue
Il mio sangue lavato sarà.

Succede un movimento generale. La soldatesca si riordina al cenno de’ suoi uffiziali, e divisa in più drappelli, prende diverse direzioni. Il popolo segue il maire ed i suoi
congiunti. L’Incognito è trascinato altrove. Eleonora si ritira e le donne si disperdono.

ATTO SECONDO

Stanza negli appartamenti di Aurelio. In fondo alcova con letto, ove giace il piccolo Filippo. Da un lato l’ingresso ad un oratorio.

SCENA PRIMA
Eleonora ed Aurelio seduto presso il letto e col capo appoggiato all’origliere; esso dorme.

[Recitativo]
Eleonora
Breve riposo a lui concede il sonno
Nell’amplesso del figlio…
A ridestarlo squillerà fra poco
Di tenzon sanguinosa e disperata
L’ora fatal!…

Odesi dall’oratorio flebile musica.

Drappello
Di sconsolate donne,
Al domestico altar geme dappresso…

[Coro]
Voci dall’oratorio
Il più devoto incenso
È degli afflitti il pianto…
Di tua pietade il manto
Copra, signor, Calais.

Eleonora si prostra innanzi al sacro limitare.

[Recitativo]
Aurelio
(sognando)
Figlio!… T’arresta
O barbaro…
(trasalisce: la sua fronte è coverta di estremo pallore, esterrefatto lo sguardo, ed un frequente anelito gli solleva il petto)

Eleonora accorre presso il marito.

Sognai!… Tutto disparve!…

Eleonora
Consorte…

Aurelio
Orrende larve!…

Eleonora
Narra, deh! narra…

Aurelio
M’odi.
La spada ostil, divoratrici fiamme
Struggean Calais… Trafitto
Da mille colpi ed a spirar vicino
Io mordeva il terren… quando feroce
Un guerrier vidi, che stringea pel crine…
Il figlio! In sua difesa io sorger volli,
Ma nol potei, ché d’angli un fero stuolo
Me ratteneva al suolo…
Ed il fanciullo, a cui pendea sul capo
L’iniquo brando, a me volgea lo sguardo,
E le pietose strida, e le innocenti
Sue pargolette braccia… Oh! quai momenti!

[Duetto I: Cantabile]
Io l’udìa chiamarmi a nome
Fra i singhiozzi ed il terrore,
Ed intanto nel suo core
Discendea quel crudo acciar…
Ah! mi sento ancor le chiome
Sulla fronte sollevar.

Eleonora
Rio presagio!… amato figlio…
Ho di morte in petto un gelo…
Ah! dilegua, o giusto cielo,
Queste immagini d’orror.
Serba tu quel puro giglio
D’innocenza e di candor.

Suona la squilla.

Suon tremendo!

Aurelio
L’ora è questa…

Eleonora
Deh!

Aurelio
Rimani…

SCENA SECONDA
Giovanni e detti.

Giovanni
Aurelio, e dove?

Aurelio
Alla pugna…

Giovanni
No, t’arresta.
Nunzio son di liete nuove.

Aurelio ed Eleonora
Liete muove!…

Giovanni
Il sire inglese
Di pietà la voce udìa:
Egli a patti alfin discese.
Ad offrirli un messo invia…
Già son tutti i magistrati,
Tutti i duci radunati…

Eleonora
Io respiro!…

Giovanni
Fia la sorte
Nota in breve di Calais.
Vieni, ah! vieni…
(parte)

Eleonora
O mio consorte!…

Aurelio
Figlio mio… vivrò per te.

[Duetto II: Cabaletta]
Aurelio ed Eleonora
La speme un dolce palpito
Mi suscitò nel seno…
Piango, ma son le lagrime
Conforto e non dolor.
A dir la mia letizia
Non giunge il labbro appieno,
Potrìa soltanto esprimerla
Se voce avesse il cor.

Aurelio esce frettoloso. Eleonora si ritira presso il figlio.

SCENA TERZA
Vasta sala circolare destinata alle pubbliche udienze: d’accanto all’ingresso avvi un basamento, su cui pompeggia la bandiera di Francia. Il maire è seduto innanzi ad una tavola coverta di broccato, sulla quale vi sarà un ricapito da scrivere. I magistrati, la deputazione della cittadinanza, ed il corpo degli uffiziali francesi stanno partitamente sui gradini che sorgono nella circonferenza della sala. Armando e Giovanni sono fra i guerrieri, Giacomo e Pietro fra i magistrati. Le porte vengono occupate dalle guardie.

[Coro]
Tutti
D’un popolo afflitto il grido gemente
Al cielo s’innalza, domanda pietà.
O padre de’ miseri, o nume clemente,
Deh! salva gli avanzi d’oppressa città.

SCENA QUARTA
I suddetti. Edmondo, Aurelio, ed un drappello di soldati francesi. Edmondo siede rimpetto al maire. Aurelio Innanzi ai guerrieri.

[Recitativo]
Eustachio
Araldo, esponi.

Edmondo
Il terzo
Edoardo, signor dell’Inghilterra,
E del franco reame,
Gli abitatori di Calais perdona,
E lor fa grazia della vita. Un patto
Sol chiede… e guai se apporvi osate! All’armi
Oggi tregua è concessa,
Ché la donna real, trionfatrice
Di Scozia in campo giunge: il dì novello
Fia segnal dell’assalto, e a voi l’estremo.

I Guerrieri
(con ira mal repressa)
Svelane il patto omai.

Edmondo
Voler supremo
È del monarca, le città ribelli
Della Francia atterrir con memorando
Severo esempio: quindi
Sei cittadini di Calais, sortiti
Di nobil sangue, fien condotti al campo
Cinti d’aspre ritorte,
E piomberà su loro infamia e morte.

Tutta l’assemblea balza in piedi colpita da orrore.

[Finale dell’atto secondo]
[Scena]
I Guerrieri
(Oh, colpo!)

I Magistrati
(Morte!)

Aurelio
(Infamia!…)

Eustachio
(Eterno Iddio, che intendo!…)

Tutta l’Assemblea
(Quel detto, come fulmine
Suonò per noi tremendo!)

Un istante di angoscioso silenzio.

[Sestetto con Coro]
Aurelio, Eustachio, Giovanni, Giacomo, Armando, Pietro e Assemblea
(In sen mi corse un brivido
Più della morte atroce!…
Riman sul labbro gelido
Spento il respir, la voce!…
Non ha, non ha più palpiti
Raccapricciato il cor!)
(con forza sempre crescente)
È crudo il patto! È orribile!
Troppo da noi si chiede!
Già sorge intorno un fremito!
L’ira al terror succede!…
(guardandosi l’un l’altro)

Tutti
(tranne Eustachio)
(Di rio destin siam vittime,
Ma siam francesi ancor.)

Eustachio
(Tutto m’infiamma, o patria,
Del tuo possente amor.)

[Recitativo]
Aurelio
(sciogliendo il freno alla sua indignazione si volge all’araldo, come persona acciecata dallo sdegno)
Esci, e sappia chi t’invia
Che abborriam dal patto infame.

[Cabaletta]
Sappia il barbaro, che pria
Di piegarsi all’empie brame,
Di Calais sapran le genti
Darsi in preda a fiamme ardenti,
Ch’ei su’ muri ancor crollanti,
Sulle ceneri fumanti
I suoi nobili trofei,
Il suo trono innalzerà.
Qui ciascun co’ detti miei
Ti rispose.

Gli altri Francesi
(tranne Eustachio)
(frementi e minacciosi)
Udisti? Or va’.

Edmondo avvampando di rabbia è in procinto di partire.

[Complesso: Solisti con Coro]
Eustachio
Cessi, ah, cessi omai l’estremo
Furor vostro, e la minaccia…
Magistrato qui supremo
Io rispondo… Ognun si taccia.

L’assemblea riprende il suo primiero contegno.

(all’Araldo)
Odi or tu le mie parole:
Pria che in mar discenda il sole,
Tratte in campo al re britanno
Le sei vittime saranno.

Gli altri Francesi
Che! vuoi tu la legge orrenda?…

Eustachio
(sempre all’Araldo)
Ne do in pegno la mia fé.

Edmondo
Pria che il sole in mar discenda?

Eustachio
Lo dicesti. Or vanne al re.

Edmondo parte.

Aurelio
Padre, ah! di’?…

Gli Altri
Signor?…

Tutti circondano il maire, con orrenda ansietà.

Eustachio
Di scampo
Ogni via preclude il fato:
Solo a noi morir nel campo,
Sol morir non altro è dato…

Niuno si mostra atterrito a questa idea, anzi si eleva un grido feroce ed unanime: «Si muoia».

Ma cadran le spose, i figli
Del nemico fra gli artigli,
E le vergini, e le afflitte,
Orbe madri e derelitte!…

Gemiti e costernazione in ciascuno.

No, di pochi l’alma forte
Salvi tutta una città.
Io la pagina di morte
Segno il primo.
(si accosta al tavolino, e scrive il suo nome su un foglio)

Aurelio
Arresta…

Giovanni, Armando, Giacomo e Pietro
Egli!

Gli Altri
(fra il terrore e la sorpresa)
Ah!…

Una nobile emulazione si desta in molti cuori: veggonsi più gruppi di chi cerca inscriversi, e dei congiunti che li trattengono, finché i primi, sviluppatisi dalle braccia di questi, appongono il proprio nome sul foglio, tra l’ammirazione dei circostanti. Ciò succede nel fondo della scena, mentre sul davanti ha luogo il dialogo di Eustachio ed Aurelio. Tutto come segue.

Aurelio
Col mio nome il tuo cancello,
Per te muoio…

Eustachio
Vana speme.
(fermandolo)
Già discesi nell’avello.

Giacomo de Wisants soscrive il foglio.

Gli Altri
De Wisants!

Aurelio
Morremo insieme…
(per firmare, ma è sempre trattenuto dal padre)

Eustachio
Ah!… che tenti?… Viver dêi
Per la sposa…

Firma Pietro Wisants.

Gli Altri
Pietro!… anch’ei!…

Aurelio
No…

Eustachio
Ritratti.

Aurelio
E speri?

Firma Armando.

Gli Altri
Armando!

Eustachio
Obbedisci… tel comando…
Sei mio figlio.

Firma Giovanni d’Aire.

Gli Altri
D’Aire!

Aurelio
Son io
Cittadino di Calais.

Si scioglie dal padre, e corre verso il tavolino: molti si lanciano onde segnare il foglio: Aurelio li previene. Eustachio gli getta le braccia al collo, e lo irriga di lagrime.

[Scena]
Eustachio
Dono al figlio il pianto mio,
Il mio sangue, o patria, a te.

Il padre ed il figlio restano qualche istante nel loro amplesso; gli altri sono atteggiati chi di pietà vivissima, chi di profondo cordoglio.

Volge al tramonto il sol: compiasi adunque
Il sacrifizio. Asciutto
Ecco il mio ciglio. Andiam sereni in fronte
Al superbo Edoardo.
(ai generosi che segnarono il foglio)

Aurelio
Egli ne vegga scintillar nel guardo
L’orgoglio d’un trionfo.

Le Vittime
Vadasi.

Eustachio
O prodi, o miei fratelli, è questo
L’ultimo istante in cui spirar ne lice
Le dolci aure natìe; l’ultima volta
Qui proni e genuflessi
Baciam la terra, che per noi fu culla…
E tomba non sarà! Le menti alzate
(alle vittime)
Al Signor che ne aspetta.
(agli altri)
E voi pregate.

Tutti cadono in ginocchio.

[Complesso]
Le Vittime
O sacra polve, o suol natìo
È giunta l’ora… per sempre addio.
Onde salvarti ne andiamo a morte,
Benedicendo la nostra sorte:
E quando accolti nel ciel saremo,
Del sangue in premio domanderemo
Che volga il ciglio sul franco regno
In sua pietade il re dei re.

Gli Altri
Troppa… è l’angoscia del core infranto…
Son… le parole… rotte dal… pianto…
Ma tu che scerni ogni pensiero,
Fonte di vita, luce del vero,
A questi martiri del patrio zelo
Le immense volte apri del cielo…
Sol fia per loro premio condegno
Seder fra gli angeli, dappresso a te.

Eustachio
Addio per sempre!

Aurelio
Addio per sempre!

Le Vittime
Andiam! Andiam!

Sorgono: un addio reciproco suona da tutti i labbri. Le vittime uscendo passano d’accanto alla bandiera, e v’imprimono fervidi baci, quindi si allontanano intrepide; gli altri spargono un fiume di pianto.

ATTO TERZO

Accampamento inglese. Da un lato magnifico padiglione del re: nel fondo spiaggia, e veduta di quel tratto di mare che forma lo stretto di Calais.

SCENA PRIMA
Edoardo.

[Recitativo]
Edoardo
Tosto che approdi alla vicina sponda
L’invitta mia consorte, a salutarla
Tuoni il bronzo guerrier.
(ad un uffiziale, che ricevuto l’ordine parte)
Dalla cittade
Ancor non riede il messo!… Impaziente
Desio m’arde le vene…
Ribelli, ed ardireste
Provocarmi tuttora? Io poche stille
Vi domando di sangue, allor che posso
Versarne un mar…

SCENA SECONDA
Edmondo e detto.

Edmondo
Viva Inghilterra. Il patto
Che a lei dettasti la città riceve.

Edoardo
E le vittime?

Edmondo
Avrai.

Edoardo
Ma quando?

Edmondo
In breve.

Edoardo
Ogn’inciampo è alfin distrutto
Che s’oppose alla mia gloria!

[Cavatina]
L’avvenir per me fia tutto
Un trionfo, una vittoria.
Francia, Scozia ed Albione
Un sol freno reggerà.
Il fulgor di tre corone
La mia fronte cingerà.

S’ode un colpo di cannone e clamorose voci di gioia.

SCENA TERZA
Alcuni uffiziali, quindi la Regina con seguito, soldati inglesi e
detti.

[Tempo di mezzo]
Edoardo
Ebben?

Uffiziali
Fra lieti evviva
La tua consorte arriva.

Edoardo va incontro alla Regina: l’esercito si schiera, ed intanto cantasi il seguente coro.

[Coro marziale]
Guerrieri
Astro del ciel britannico,
Splendor delle regine,
Cingi d’eterno lauro
Eccelsa donna il crine,
E sia la vinta Scozia
Trofeo del tuo valor.

[Recitativo]
Edoardo
Sposa regal!

Regina
Monarca.
D’alto stupor son carca!

Edoardo
E la cagion?

Regina
Raggiungerti
Entro Calais sperai.

Edoardo
Tosto ridotte in cenere
Le mura sue vedrai,
Se a’ cenni miei resistere
Osa ribelle ancor.

Il campo ripete le sue acclamazioni alla Regina.

[Cabaletta]
Questo guerriero plauso,
Di tue vittorie il suono,
Di vivo immenso giubilo
Desta un eccesso in me.
Darti, Regina, in premio
Vorrei del mondo il trono…
Ma premio un’alma nobile
Trova più grande in sé.

Guerrieri
Astro del ciel britannico,
Noi trionfiam per te.

Regina
A Dio s’innalzi un cantico,
Egli vincea per me.

Edoardo conduce la Regina su un trono che sorge innanzi alla sua tenda. Ha luogo una festa militare, già preparata a rendere omaggio alla vincitrice della Scozia. Mentre tutti sono in preda alla più viva letizia, odesi un lontano e lugubre suono.

SCENA QUARTA
Edmondo e detti.

Edoardo presago del vero, incontra ansiosamente Edmondo.

[Recitativo]
Edmondo
Signor, giunsero al campo
Le domandate vittime.

Edoardo
Sien tratte
Entro la tenda mia.

Edmondo parte.

Regina, io deggio
Recarmi ove mi appella
Solenne cura… A quale
Servir degg’io necessità fatale!

Parte: la Regina si ritira col suo corteo: tetro silenzio.

[Coro]
Guerrieri
Disparve ogni letizia
Qual breve lampo!
Cupa, feral mestizia
Regna nel campo!
Orribile s’appresta
Scena funesta!

Si ritirano sommessamente.

SCENA QUINTA
​Interno della tenda reale, adorno di trofei. Le guardie del re circondano il padiglione. Le vittime sono in fondo. Edoardo si avanza seguito dai primi uffiziali del campo inglese.

[Scena]
Edoardo
(sorpreso nei vedere il maire alla testa delle vittime)
(Eustachio!…)
(siede presso un tavolino nel più severo contegno)

Eustachio
(deponendo innanzi al re le chiavi della città)
Sire, la mia fé mantenni,
La tua mantieni, e la città languente
Sorga dall’orlo della tomba.

Edoardo
È sacra
D’un regnante la fede.
Ma voi ribelli che impugnaste i dritti
In me trasfusi dalla madre al serto
Di Francia, il fio del tracotante orgoglio
A scontar v’apprestate: il palco e morte
V’attende obbrobriosa.

Eustachio
Sublime e gloriosa
Morte ne attende, e fia del sangue nostro
Il patibol grondante
Altar di patrio amore.

Edoardo
La scure li percuota… Oh! qual fragore!

Voci fuori la tenda, che gridano fra il pianto e la disperazione.

Voci
Se nel petto un cor chiudete,
Al monarca ne traete…

Le Vittime
(Ah!…)

SCENA SESTA
Edmondo e detti.

Edoardo
Chi mosse quelle grida?

Edmondo
I congiunti di costoro.
Speme forse a te li guida…

Edoardo
Speme!… (ahi, lasso!) ah! vanne, e loro
D’inoltrarsi a me sia tolto…
Deh! sia tolto…

SCENA SETTIMA e Ultima
La Regina, le famiglie delle vittime e detti.

Regina
(che ha udito l’ordine di Edoardo)
Ciel!… Perché?
Dio non porge a tutti ascolto?
È di Dio l’immago un re.

Edoardo rimane esitante. Eleonora e gli altri congiunti delle vittime si gettano a’ suoi piedi esclamando:

I Congiunti delle Vittime
Grazia, o sire…

Edoardo
Invan pregate…
Ha confini la pietate:
S’ella eccede, è ognor funesta.
(lanciando uno sguardo alla Regina)

I Congiunti delle Vittime
E risolvi!… E vuoi?

Edoardo
Lo scempio
Che di pochi già s’appresta,
Esser deve a molti esempio.

I Congiunti delle Vittime
No, rivoca…

Eustachio
Omai sorgete…
Abbia un limite il dolor.
Cancellar voi non potete
Nei decreti del Signor.
Separiamoci, e non si pianga
Questa gloria a voi rimanga…
I nemici al punto estremo
D’ammirarci sian costretti.
Figli, addio; ci rivedremo
Nella patria degli eletti.

Giovanni
O consorte!

Giacomo
O suora mia!…

Armando
Padre!…

I Congiunti delle Vittime
Vieni a questo sen.
(ciascuno abbracciando chi il marito, chi il fratello, chi il figlio, ed in atto di separarsi intrepidamente)

Eleonora
Sposo…

Aurelio
Donna… parti.

Eleonora
Ah! pria
Benedici il figlio almen.

[Finale dell’atto terzo]
[Aria e Terzetto Cantabile]
Aurelio
(fa inginocchiare il fanciullo, e stendendogli la destra sul capo, volge gli occhi al cielo, come invocando le di lui benedizioni sul figlio, quindi lo alza, e lo copre di baci, ai quali il fanciullo affettuosamente risponde)
Raddoppia i baci tuoi
Parte di me più cara…
La vita degli eroi
Nel mio supplizio impara.
A te riman la madre…
Ti resta il figlio ancor.
(ad Eleonora)
Dammi l’estremo amplesso…
Addio… per sempre… addio…
Il pianto invan represso
Sgorga dal ciglio mio…
(con voce straziante e prorompendo in dirotte lagrime, che sinora avea frenate a stento)
Son uomo alfin!… Son padre!…
Non ho di belva il cor!…

La Regina e gli Uffiziali inglesi
(A quell’acerbo pianto
Non regge umano cor!)

Le Vittime ed i loro Congiunti
(Non regge a duol cotanto,
Non regge, umano cor!)

Edoardo
(Oh, trista scena!… Oh, quanto
Mi costi, o mio rigor!)

[Tempo di mezzo]
Le Vittime
(ripigliando tutta la loro costanza, e volgendosi alle guardie)
Al supplizio ne guidate.

Gli Uffiziali inglesi
(Qual coraggio!…)

Regina
No… fermate…
(a Edoardo)

[Cabaletta]
Di re figlia, e vincitrice
Io mi prostro a te d’innante…
Se mercé sperar mi lice,
Qui l’imploro, alle tue piante…
Di quel sangue generoso
Non rosseggino i trofei…
Cedi… Ah! cedi, invitto sposo,
Al mio pianto… a’ preghi miei…

Gli Uffiziali inglesi
(in tuono supplichevole)
Gran monarca…

Edoardo
Tu vincesti…
(rialzando la Regina)
Io perdono.

Le Vittime
Ciel!…

I Congiunti delle Vittime
Fia vero!…
Gioia immensa in noi tu desti!…

Regina
Sia palese al campo intero
Il perdono a lor concesso…
Ed esulti la città.

Ad un cenno di Edmondo s’apre la tenda: alcuni uffiziali percorrono il campo, onde recarvi il fausto annunzio.

Gli Uffiziali inglesi ed i Congiunti delle Vittime
Te più grande di te stesso
Rende, o sire, la pietà.

Eustachio, tenendosi il figlio strettamente al seno, si avvicina al re; la sua commozione non gli permette l’uso della favella: egli cade a piè d’Edoardo, onde esprimergli la sua riconoscenza. Coloro che dovevano seguirlo al patibolo lo imitano: il re li rialza, e stringe Eustachio fra le braccia. Un grido fragoroso di gioia s’eleva da tutt’i petti.

[Eleonora
Questo pianto che sul ciglio
E l’eccesso del contento, ecc.]

Tutti
(tranne Edoardo)
Fin che i secoli vivranno
Le tue laudi un eco avranno.
Non ti prenda più desio
D’altri serti e d’altri allori;
Trionfasti dell’oblio,
Regnerai su tutti i cori.
Grande è un re se ognora a lato
La giustizia egli ha sul trono;
Ma se accorda altrui perdono
Sulla terra è un nume il re.

Edoardo
D’un trionfo è assai più grato
Questo giubilo per me!

I cittadini di Calais sono accorsi alle mura: il vessillo di pace sventola nel campo, e sui merli della città, ne vengono dischiuse le porte, verso le quali si avviano il re e la Regina, seguiti dal maire, da’ suoi congiunti, e da tutto l’esercito inglese. Intanto rimbomba festiva musica guerriera.

FINE

ACT I

Advanced positions of the English camp. In the background part of the walls of Calais washed by the sea.

SCENE I
The English soldiers lie in a deep sleep. Aurèle descends from the battlements with the aid of a rope ladder, and having stolen a few loaves of bread, ties them to the end of a line and quickly draws up his booty. Unfortunately, one of the soldiers wakes and gives the alarm; part of the camp is aroused by the noise.

[Chorus]
Soldiers I
To arms . . .

Soldiers II
Surround him . . .
Let him not escape . . .

Soldiers I
He has done some mischeif
Under cover of darkness!

Soldiers III
To arms . . .

Soldiers IV
Surely some horrid intrigues
Have penetrated the camp!

Meanwhile, having taken flight and being prevented from reaching the wall, Aurèle leaps into the sea, saving himself by swimming.

Soldiers I
Where is he?

Soldiers II
He’s vanished! . . .

Soldiers III
Ah! He fled
Slicing through the sea!

Many run toward the shore, letting fly a hail of arrows, but without result.

All
Flee, coward, a breath of life
Still remains for you.
There will be no refuge for you,
But the city will fall.
Where now stand the walls
Of this impudent people,
A mountain of corpses
Will shortly rise.
(Exeunt)

SCENE II
The interior vestibule of the mayoral palace. In the background a view of Calais and part of its battlements. It is dawning. A terrible quiet reigns over all. Eustache steps forward deeply absorbed in thought.

[Scena]
Eustache
What an ominous silence! Only a faint
Moaning now and again interrupts is! Alas, it is
The keening of the mourner who sees his father
Or his brother expire before him! It is the destitute
Wife, who weeps over the frozen corpse
Of her slain consort!
It is the sob of the mother, whose springs
That were life to the nursing infant
Have dried up . . . and he dies
On the belly from which he was just born! Horrendous state!
Fatal penury! Nevermore
Help nor food nor hope . . . and all,
All is lacking . . . Except
Love of country. Behold dawn is breaking,
And still I do not see
My son!

SCENE III
Enter Éléonore.

Eléonore
(in extreme dejection)
He is lost . . .

Eustache
He! Great God!
Lost! What did you say? Oh, tell . . .

Eléonore
The token
[Cavatina]
Of the sweet marriage that bound me to him,
Has now languished for days, nourished on scarce,
Unhealthful food; his father
Watches and sighs and thinks only
Of how to save him.

[Scena]
Eustache
And then?

Eléonore
Hid by the shade
Of night he climbed
Down to the enemy camp . . .

Eustache
Alas! What do I hear!

Eléonore
No one sees him . . .

Eustache
I tremble!

Eléonore
The cry of alarm sounded . . .

Eustache
Heaven!

Eléonore
All the shore is teemng
With innumerable soldiers . . .

Eustache
My son!

Eléonore
A storm of arrows
Pursued him.

Eustache
Oh, my terror!

Eléonore
And the unfortunate . . .

Eustache
Calm yourself,
So the father may hear you.

[Duet I Cantabile]
The fever, O God, a dreadful
Icy hand grips me!
The earth shakes! The sky
Is decked in mourning weeds!
I have my full measure
Of every cruel misfortune1
Oh, doomed country,
Your warrior has perished.

Eléonore
Barbarous, mortal peril
Threatens our native soil!
Ill and languishing, the son
Holds out his arms in vain!
Mid so much bitter suffering
He was my only comfort.
And that comfort, oh, misery,
Fate has stolen from me.

SCENE IV
Enter Jean.

[Tempo di mezzo]
Jean
Ah! Sir.
(entering hurriedly)

Eustache
I see sparks of joy
In your looks!

Jean
Your son is alive and returns to us.

Eustache and Eléonore
What!

Eustache
Am I waking?

Eléonore
Am I not delirious?

Jean
Facing death, the sea offered him
A risky path to safety.
And he won the struggle
Safe and sound.

Eustache
My son!

Eléonore
Dearest husband!

Eustache and Eléonore
(in a transport of joy)
You live! I shall clasp you to my breast!

[Duet II Cabaletta]
I forget in an instant the ills
Of the long and terrible war!
For an instant on this earth
Fate has smiled at me!
Ah! Rejoice native land,
In him you still have your sword.
In the midst of the tempest
One star yet shines for you!

[Scena]
Eléonore
Give me my son.

Jean exits through the door leading to the upper
apartments.

Let me see recovered here
With his return the most precious
Thing the world contains.

Eustache
Did you not hear, daughter,
A sound of footsteps?

Eléonore
Oh! How
My heart beats!

Eustache and Eléonore
It is he!

SCENE V
Enter Aurèle from the back and Jean, who returns leading little Philippe and some servants.

Aurèle
Ah, my father!
Wife! Dearest son!
Whom should I clasp first to t his breast?

[Cavatina]
Let me gather you to my heart,
My loved ones, in a single embrace.

Eustache and Eléonore embrace him, while Jean holds the child in his arms; All weep with sympathy.

Ah, I now feel all the value
Of the life preserved for me!
How sweet it is to see again
The land that is the tomb of my ancestors!
In a transport of happiness
I shed sweet tears!

After having given full play to his emotions, he frees himself from the arms of his family, drying his tears.

[Tempo di mezzo]
Enough . . . Ah, enough. We have joined
In nature’s holy rites;
Now we must turn our minds
And prayers to another concern.

At a sign from him the servants take the child away.

Has some ray of hope
For Calais appeared, Sir?
(to Eustache, who gives a profound sigh and is silent, raising his eyes to heaven)
Ah! I understand!

Eléonore
Oh, the day!

Jean
He speaks not,
But silent he is eloquent enough!
The final hour for the motherland
Approaches.

Eléonore
I have a chill in my breast!

Jean
We can do nothing more for her!

Aurèle
(in a reproving tone)
Nothing!

Jean
What, then?

Aurèle
Die.

Eléonore
Oh, heaven!

[Cabaletta]
Aurèle
The daring of the strong never languishes:
The last drop of our blood,
The last breath of life shall be for the country.
We shall fall shining with eternal glory!
Even defeat will be more glowing
Than any victory!

The others
History will tell of the terrible event!
Unhappy country! Only a memory
Of you will live on!

[Recitative]
Jean
I return to my assigned
Duty to keep watch
At the walls.

Eustache
And have a care
To repair the recent attacks,
And the battlements damaged
By the relentless firing
Of the thundering cannons.

Exit Jean.

Eléonore
And does the English king
Still stubbornly disdain
To have a truce with the city, father?

Eustache
The battle in which Philip
Was repelled, and he who controlled
The fate of Calais defeated
And made prisoner, inflated the pride
Of the haughty victor, and he swore
To make example of us all.

Aurèle
And we are well warned
To keep control of Calais with its silent
Empty walls of Calais. Here no heart beats
That does not burn with love
For the ruler whom God
Gave us . . .

Eléonore
A murmer floats
On the air!

Eustache
And comes closer!

Aurèle
The city thunders, like a vast shore
Whipped by a roaring raging flood!

Eustache
(to Jean, who returns breathless and pale)
What happened?

SCENE VI
Enter Jean.

Jean
The whole of the people
Advance toward you . . . A wild man dares
To accuse you of the ills
With which we are burdened . . . You hear it
Rumored that the city will be
Empty of food by daybreak . . . A cry
Rises from every breast to acclaim you
The most steadfast defender
Of the country and the king. A few
Wicked or mad echo that one’s
Impious words. And he
Erupts now in fury
Demanding blood . . . Ah, I dare not say it . . . Listen.

[Scena]
An Unknown Man
(and two followers at a distance)
Death to Eustache . . .

Aurèle
Traitors!

Eléonore
Oh, save yourself . . .

Eustache
I shall stay here!

SCENE VII
Enter Armand, Jacques, Pierre, soldiers, the Unknown Man, and People. Some soldiers stop at the entrance, crossing their pikes to block the Unknown Man from entering.

Unknown Man
There is the villain . . .
(pointing to Eustache, who signals the soldiers to lower their weapons and steps forward)

Two Followers
Die, Die . . .

Eléonore
Just heaven!

Eustache
Strike.

Aurèle, Jean, Armand, Jacques, and Pierre
Ah, no!

The family of Eustache rush to his defense with drawn swords, but he stands before the two ruffians, offering his breast to their weapons: they remain motionless, struck by the noble courage of the mayor and by his venerable countenance.

[Act I Finale]
[Ensemble: 10 voices]
Eustache
Why do you tarry? Plunge your parricidal
Blade into this heart.
(to the Unknown Man and his two followers)
Blind people, vent the evil fury
That leads you to me.
Ah, let my blood never cry out
To God for vengeance;
I wish to die unavenged
Forgiving you your crime.

Aurèle, Eléonore, Jean, Armand, Jacques, and Pierre
Ungrateful mob, is not this man
Your father, your support?
Could you sacrifice him
To your mad, wicked spite?
Ah, such an evil crime
Would raise a shout to God;
And wrathful heaven would
Have that blood redound on you!

Two Followers
(I am no longer filled with hatred
At those words and that expression . . .
No, I cannot strike that breast . . .
My sword falls from my hand.
Ah, such an evil crime
Would raise a shout to God;
And wrathful heaven would
Have that blood redound on me!)

Unknown Man
(An unexpected and menacing obstacle
Has blocked my design . . .
Ah, the hatred in those breasts
Was as fleeting as lightning!
I see a terrible cloud
Passing over my head!
He who puts trust in you,
Vile mob, is more mad than you.
Another attempt.)

[Scena]
Rouse yourselves,
Destroy the scoundrel.

Eustache
Answer me, whence have you
Such bitter thirst for my blood?

[Duet]
Unknown Man
To punish your false
Brazen audacity.
With you dead, the undefeated English
Monarch will treat the people humanely:
Because you alone arouse in him
The flames of just anger.

Eustache
Oh, you have illuminated
My thought like a bolt of lightning!
Look me in the eye.

The Unknown Man is shaken and does not dare look the mayor in the eye.

This man is not sincere.

Unknown Man
(obviously confused)
What?

Eustache
Can anyone here step up
To vuch for him?
Is there anyone of his kin
Who can reveal his name?

All look at one another: universal silence.

[Scena]
That silence now strips you
Of your disguise.

Unknown Man
What?

Eustache
He is an Englishman, a sly
Perpetrator of deceit.

People
Is it true?

Eustache
If you can, gainsay me.

Aurèle, Eléonore, Jean, Armand, Jacques, and Pierre
Why do you delay?

Unknown Man
(Ah, I am lost!)
(after a moment’s hesitation, he lunges to stab Eustache)

Aurèle, Jean, Armand, Jacques, and Pierre
Vile murderer!

Having disarmed him, they force him to the floor and raise their swords to kill him.

Eustache
Stop!
He shall die, but not by the sword.

The Unknown Man is surrounded by soldiers.

The Two Followers
Ah, a demon has seduced us!
We must fall at your feet.
(prostrating themselves before the mayor)
My lord, pardon us.

[Arioso]
Eustache
Rise,
And let this miscreant learn
How clear and noble will be
The penalty for your error.
Before we die here victims
Of horrid famine, let us go forth
Against the implacable
British conqueror.
Death, but in the field.

People
Lead us.
We are prepared to die for you.

Eustache, Aurèle, Jean, Armand, Jacques,
Pierre, and the People
The unanimous cray of war
Will be: the motherland, the king.
(with all the boldness of extreme desperation)

[Ensemble]
Like tigers panting for slaughter
We shall fall upon the hated enemy,
Breathing extreme rage, desperate fury,
In look and countenance . . .
Torrents of blood will flow,
All the field will be a tomb.

Eléonore and Women of the People
The wild peal of the trumpet
Will be a terrible harbinger of death;
The fatal moment approaches . . .
Tears and prayers will not change fate.
A bloody condemnation follows,
And death for us is mercy.

Unknown Man
The terrible moment has come,
The end for us all is sealed.
Kill me, but I precede your ruin
Only by an instant,
But my blood shall be washed
By the blood of an entire people.

General movement follows. Soldiers fall in at the command of their officers, and divided into squadrons, go off in different directions. The people follow the mayor and his family. The Unknown Man is dragged off. Eléonore withdraws and the women disperse.

ACT II

A room in Aurèle’s apartments. At the back a sleeping alcove where Philippe is lying. On one side the door to an oratory.

SCENE I
Eléonore and Aurèle, the latter sitting by the bed with his head resting on the pillow; he is asleep.

[Recitative]
Eléonore
Sleep allows him a brief rest
In the arms of his son . . .
Soon to rouse him will sound
The fatal hour of the bloody
And hopeless battle!

Faint music is heard from the oratory.

A group
Of disconsolate women,
Moan at the household altar.

[Chorus]
Voices from the Oratory
The most devout incense
Is the tears of the afflicted.
Lord, cover Calais
In the mantle of your pity.

Eléonore bows before the holy threshold

[Recitative]
Aurèle
(dreaming)
My son! Stop,
Barbarian . . .
(wakes with a start; his face is very pale with a terrified expression, and his chest heaving with rapid breaths)

Eléonore runs to her husband.

I dreamt! Everytning vanished!

Eléonore
Husband . . .

Aurèle
Ghastly phantasms!

Eléonore
Tell me, oh, tell me . . .

Aurèle
Harken.
The enemy sword, devouring flames
Were destroying Calais . . . Pierced
By a thousand thrusts and near death
I was biting the dust . . . when I saw
A fierce warrior who was holding by his hair
Our son! I wanted to rise to defend him
But I could not, because a bestial band
Of English held me to the ground . . .
And the boy, over whose head hung
The evil sword, turned his eyes to me
And his piteous cries, and his innocent
Infant arms . . . Oh! What horrors!

[Duet I: Cantabile]
I heard him calling my name
In his terror and sobbing,
As the cruel blade
Pierced his heart . . .
Ah! I still feel my hair
Standing up on my head.

Eléonore
An evil omen! Beloved son . . .
I have the chill of death in my breast . . .
Ah! Just heaven, dispel
These images of horror.
Preserve that pure lily
Of innocence and guilelessness.

The bell sounds

Dreadful sound!

Aurèle
This is the hour . . .

Eléonore
Oh!

Aurèle
Stay here . . .

SCENE II
Enter Jean.

Jean
Aurèle, whither?

Aurèle
To the fray . . .

Jean
No, stop.
I am the bringer of joyful news.

Aurèle and Eléonore
Joyful news!

Jean
The English monarch
Heard the voice of pity:
He has at last condescended to make terms.
He sends a messenger to offer them . . .
Already all the magistrates,
All the leaders are gathered . . .

Eléonore
I breathe!

Jean
The fate of Calais
Will soon be known.
Come, oh, come . . .
(Exit)

Eléonore
O my husband!

Aurèle
My son . . . I shall live for you.

[Duet II: Cabaletta]
Aurèle and Eléonore
Hope has awakened
A sweet trembling in my breast.
I weep, but they are tears
Of relief and not sorrow.
My lips are not able
To tell fully my joy;
I could express it only
If my heart had a voice.

Exit Aurèle in haste. Eléonore goes back to the child.

SCENE III
A vast circular hall designed for public audiences: beside the entrance is a pedestal on which the French banner flies. The mayor is seated before a table covered with brocade, on which are writing implements. The magistrates, the deputation of burghers, and the corps of French officers stand grouped on the steps that rise around the perimeter of the hall. Armando and Jean are among the soldiers, Jacques and Pierre among the magistrates. The doors are occupied by guards.

[Chorus]
All
The mournful cry of an afflicted people
Rises to heaven and asks for mercy.
O Father of miseries, O merciful god,
Oh, save what remains of our aggrieved city.

SCENE IV
Enter Edmond, Aurèle, and a troop of French soldiers.
Edmond is seated opposite the Mayor. Aurèle before the soldiers.

[Recitative]
Eustache
Herald, proceed.

Edmond
The third Edward, sovereign of England
And the Frankish realm, pardons
The inhabitants of Calais, and grants
Them their lives. On one condition
Only he insists . . . and beware
should you dare oppose it! Today
An armistice is declared,
For the royal queen, conqueror
Of Scotland arrives in camp. The new dawn
Will be signal for attack, and for you the last.

The Warriors
(with barely repressed anger)
State the demand now.

Edmond
It is the supreme will
Of the monarch to destroy the rebel
Cities of France with a stern
Example to remember. Therefore
Six citizens of Calais, sprung from noble
Blood, shall be led to the camp
Bound in rough chains, and death
And infamy shall fall upon them.

All the assembly leaps up horrified.

[Act II Finale]
[Scena]
The Warriors
(Oh, calamity!)

The Magistrates
(Death!)

Aurèle
(Infamy!)

Eustache
(Eternal God, what do I hear!)

All the Assembly
(Those words resound on us
Like terrible thunder!)

A moment of anguished silence.

[Sextet with Chorus]
Aurèle, Eustache, Jean, Jacques, Armand, Pierre and the Assembly
(A shudder more dreadful than death
Courses through my heart!
My voice hangs breathless
On my lips!
My horrified heart
Has ceased to beat!)
(with ever increasing volume)
The terms are cruel! They is loathsome!
Too much is demanded of us!
Already a rumbling begins
Anger gives way to terror!
(looking at one another)

All
(except Eustache)
(We are victims of an evil destiny,
But we are still French.)

Eustache
(I am all inflamed, O my native land,
With your potent love.)

[Recitative]
Aurèle
(unleashing his indignation, he turns to the herald
like someone blind with fury)
Go hence, and let him who sent you know
That we abhor the monstrous demand.

[Cabaletta]
Let your barbarous lord know that before
Bowing to his impious desire,
The people of Calais will know how to
Give themselves prey to burning flames,
That he will raise his throne,
His noble trophies
On still crumbling walls,
On smoking ashes.
Here each one has answered
With my words.

The other Frenchmen
(except for Eustache)
(shaking and menacing)
Did you hear? Now go.

Edmond, fuming with rage, is on the verge of leaving.

[Ensemble]
Eustache
Cease, oh, cease now this your
Extreme fury and threatening . . .
As chief magistrate here
I respond . . . Everyone be quiet.

The Assembly returns to their earlier demeanor.

(to the Herald)
Now hear my words:
Before the sun sinks into the sea,
The six victims will be brought
To the British king’s camp.

The other French
What! Do you accept the horrid edict?

Eustache
(still to the Herald)
I pledge my faith on it.

Edmond
Before the sun sinks into the sea?

Eustache
I have said it. Now go to the king.

Exit Edmond

Aurèle
Father, oh, what?

The others
Sir?

All surround the mayor with terrible anxiety.

Eustache
Fate precludes
Every avenue of escape:
It is only for us to die in the camp;
There is no other way than death.

No one appears devastated by this idea, but rather a fierce and unanimous cry is raised: “Let us Die.”

But let our wives, our sons
And the maidens and infirm,
Blind and destitute mothers
Fall to the talons of the enemy!

Groans and consternation in everyone.

No, let the stout spirit of a few
Save a whole city.
I am the first to sign
The page of death.
(approaches the table and writes his name on a sheet of paper)

Aurèle
Stop . . .

Jean, Armand, Jacques, and Pierre
He!

The Others
(Between terror and surprise)
Ah!

A sense of nobility is aroused in many hearts: more groups are seen seeking to sign, and relatives holding them back, until the former, slipping away from the latter, affix their names to the paper, to the admiration of the observers. This takes place at the back of the stage, while Eustache and Aurèle have the following dialogue in front.

Aurèle
With my name I cancel yours,
I die for you . . .

Eustache
Vain hope.
(closing it)
I have already descended to the tomb.

Jacques de Wisants signs the paper.

The Others
De Wisants!

Aurèle
We shall die together . . .
(goes to sign but is restrained by his father)

Eustache
Ah! What are you doing? You must live
For your wife.

Pierre Wisants signs.

The others
Pierre! He too!

Aurèle
No . . .

Eustache
Stand back.

Aurèle
You hope?

Armand signs.

The Others
Armand!

Eustache
Obey . . . I command you.
You are my son.

Jean signs.

The Others
D’Aire!

Aurèle
I am
A citizen of Calais.

Frees himself from his father and runs to the table. Several rush forward to the table, but Aurèle prevents them. Eustache throws his arms about his neck and soaks it with tears.

[Scena]
Eustache
I give to my son my tears,
To you, O my country, my blood.

Father and son continue embracing for a few moments; the others are posed in attitudes of conspicuous pity or profound sadness.

Sunset is nigh: let the sacrifice
Thus be performed. Behold
My eyes are dry. Let us go serenely
In the face of proud Edward.
(to those generous who signed the paper)

Aurèle
Let him see the pride of a triumph
Sparkle in our eyes.

The Victims
We must go.

Eustache
O, heroes, O my brothers, this is
The is the last moment in which we may breathe
Our sweet native air; the last time
That prostrate or kneeling here
We kiss the earth that was our cradle.
And it will not be our tomb! Lift your thoughts
(to the victims)
To heaven, which awaits.
(to the others)
And you pray.

All fall to their knees.

[Ensemble]
The Victims
O sacred earth, O native soil,
The hour has come. Farewell forever.
To save you we go to death,
Blessing our lot:
And when we are gathered in heaven,
We shall ask as reward for our blood
That in His mercy the King of Kings
Turn his eyes upon the Frankish realm.

The Others
Too much is the anguish of a broken heart.
Words are broken by sobs,
But Thou who discernest every thought,
Source of life, light of truth,
Open for these martyrs of patriotic
Zeal the immense vault of heaven.
Let them be seen worthy for their reward
To sit among the angels, near to Thee.

Eustache
Farewell forever!

Aurèle
Farewell forever!

The Victims
Let us go! Let us go!

They rise: reciprocal farewells sound from all lips. The
victims leaving pass by the banner and plant fervent kisses
on it. Then they march off courageously. The others shed
a river of tears.

ACT III

The English encampment. On one side the luxurious royal pavilion. In the background the beach, and seen from the stretch of sea that forms the strait of Calais.

SCENE I
Edward alone.

[Recitative]
Edward
As soon as my unvanquished consort arrives
At the nearby shore, sound the military
Trumpet to greet her.
(to an official who departs on receiving the order)
The messenger has still
Not returned from the city! Impatient
Desire burns in my veins.
Rebels, do you even now
Dare to provoke me? I ask of you
A few drops of blood, when I am able
To shed a sea . . .

SCENE II
Enter Edmond.

Edmond
Long live England. The city receives
The condition which you dictated.

Edward
And the victims?

Edmund
You will have them.

Edward
But when?

Edmond
Shortly.

Edward
Every obstacle to my glory
Has been razed at last!

[Cavatina]
The future will be all
A triumph, a victory for me.
A single hand will rule
France, Scotland, and Albion.
The brilliance of three crowns
Will gird my head.

A cannon shot and shouts of joy are heard.

SCENE III
Enter some officers, then the queen with her retinue and English soldiers.

[Tempo di mezzo]
Edward
Well, then?

Officers
Amid joyous huzzas
Your queen arrives.

Edward goes toward the queen: the army gets in formation while the chorus sings.

[Martial chorus]
Soldiers
Star of the British sky,
Beacon of queens,
Crown with eternal laurels
The head of the exalted lady,
And let conquered Scotland
Be trophy of your valor.

[Recitative]
Edward
Royal spouse!

Queen
Monarch.
I am overcome with amazement!

Edward
And the reason?

Queen
I hoped
To rejoin you in Calais.

Edward
Soon you will see its walls
Reduced to ashes,
If the rebels still dare
To resist my commands.

The camp repeats its acclamation for the Queen

[Cabaletta]
This warlike plaudit,
The sound of your victories,
Arouses in me an excess
Of heartfelt jubilation.
As a reward, my Queen, I would
Give you the throne of the world,
But a noble soul finds
Greater reward in itself.

Soldiers
Star of the British sky,
We triumph because of you.

Queen
Let a song be raised to God,
He was victorious through me.

Edward leads the Queen to a throne standing before his tent. A military celebration is taking place, already prepared to render homage to the conqueress of Scotland. While all are taken with fervent joy, a mournful sound is heard in the distance.

SCENE IV
Enter Edmond.

Edward, anticipating the news, anxiously confronts Edmond.

[Recitative]
Edmond
Sire, the requested victims
Have arrived at the camp.

Edward
Let them be brought
Into my tent.

Exit Edmond

Queen, I must
Betake myself whither
A solemn duty callse me . . . at which
I must serve a fatal necessity.

Exit. The Queen withdraws with her entourage. Gloomy silence.

[Chorus]
Soldiers
All joy has vanished
Like a flash of lightning!
Dark, grim sadness
Reigns in the camp!
The terrible bloody
Scene approaches!

Exeunt submissively.

SCENE V
Inside the royal tent, adorned with trophies. The king’s guards surround the pavilion. The victims are in the back. Edward advances followed by the first officers and of the English camp.

[Scena]
Edward
(surprised to see the mayor at the head of the victims)
(Eustache!)
(sits beside a table in a most severe attitude)

Eustache
(laying before the king the keys to the city)
Sire, I have kept my oath,
Now keep yours, and let the suffering city
Rise from the edge of the grave.

Edward
The oath
Of a ruler is sacred.
But you rebels who impugned the rights
To the throne of France transmitted
By my mother to me, approach to receive
The punishment of your overweening pride;
The scaffold and ignoble death await you.

Eustache
Sublime and glorious
Death awaits, and the scaffold
Dripping with our blood
Shall be the altar of patriotic love.

Edward
Let the axe strike them . . . Oh! What a clamor!

Voices outside the tent crying out with sobbing and desperation.

Voices
If you keep a heart in your breast,
Take us to the monarch.

The Victims
(Ah!)

SCENE VI
Enter Edmond.

Edward
Who incites these cries?

Edmond
The relatives of this man.
Perhaps hope guides them to you.

Edward
Hope! (Alas!) Ha! Go, and let
Their intruding on me be refused.
Oh, let it be refused . . .

SCENE VII and the Last
Enter The queen and the families of the victims.

Queen
(who has heard Edward’s order)
Heaven! Wherefore?
Does not God offer an ear to all?
A king is the image of God.

Edward remains hesitant. Eléonore and the other relatives of the victims throw themselves at his feet, exclaiming.

The Families of the Victims
Grace, O Sire . . .

Edward
You plead in vain.
Mercy has its limits:
If it excedes, it is always fatal.
(glaring at the Queen)

The Families of the Victims
And you are resolved! And you wish?

Edward
The execution
Of a few that now is nigh
Must be an example to the many.

The Families of the Victims
No, rescind . . .

Eustache
Rise now . . .
Let there be an end to mourning.
You cannot contravene
The decrees of the Lord.
Let us hope, and not weep
Let this glory remain with you.
The enemy will be forced
To admire us at the last moment.
Children, farewell; we shall meet again
In the realm of the elect.

Jean
O wife!

Jacques
O my sister!

Armand
Father!

The Families of the Victims
Come to this breast.
(each one staunchly embraces his or her husband, brother, son, as they are separated)

Eléonore
Husband . . .

Aurèle
Woman . . . depart.

Eléonore
Oh, first
At least bless your son.

[Act III Finale]
[Aria and Trio ]
Aurèle
(bids the boy kneel, and placing his right hand on this head, turns his eyes to heaven, as if invoking its blessings on his son. Then he raises him and covers him with kisses, to which the boy responds lovingly)
Multiply your kisses,
O dearest part of me.
Learn from my torment
How heroes live.
Your mother remains to you.
(to Eléonore)
Your son yet remains.
Give me a final embrace.
Farewell, forever, farewell.
The tears, repressed in vain,
Flow from my eyes.
(with heartrending voice and breaking into copious tears, which he had till now strained to hold back)
I am a man, after all! I am a father!
I do not have the heart of a beast!

Queen and English Officers
(A human heart cannot withstand
That bitter lamentation!)

The Victims and their Families
(The human heart cannot repress
So much suffering.)

Edward
(Oh, sorrowful scene! Oh, how much
You cost me, O my rigidity!)

[Tempo di mezzo]
The Victims
(regaining their composure and turning to the guaards)
Lead on to the gallows.

The English Officers
(What courage!)

Queen
No . . . halt.
(To Edward)

[Cabaletta]
Daughter of kings and a conqueress,
I prostrate myself before you.
If I am allowed hope of mercy,
Here I implore it, at your feet.
Do not redden these trophies
With that generous blood . . .
Yield, oh, yield, unvanquished husband,
To my plaint, to my pleas.

The English Officers
(in a supplicating tone)
Great monarch . . .

Edward
You have won.
(raising the queen)
I pardon them.

The Victims
Heaven!

The Families of the Victims
Can it be true?
You awaken immense joy in us!

Queen
Let the whole camp know
Of the pardon accorded them.
And let the city exult.

At a sign from Edmond, the tent opens: some officers run through the camp spreading the happy news.

The English Officers and the Families of the Victims
Mercy, O Sire, makes you
Greater than yourself.

Eustache, holding his son tightly to his breast, draws near the king; his emotion does not allow him to speak: he falls at Edward’s feet to express his gratitude. Those who were to follow him to the scaffold do the same. The king stands and clasps Eustache in his arms. A clamorous cry of joy bursts from every breast.

[Here Donizetti added an aria “Questo pianto che sul ciglio,” which is repeated after the chorus and joined by the other female voices before a final reprise of the chorus.]

All
(except Edward)
As long as the ages continue
Your praises will echo.
May desire no longer seize you
For other crowns and other laurels;
You have triumphed over oblivion,
You will reign over all hearts.
Great is a king if he always has
Justice beside him on the throne.
But if he grants pardon to others
The king is a god on earth.

Edward
This jubilation is much more
Gratifying to me than a triumph!

The citizens of Calais have run to the walls. The banner of peace flies over the camp and on the battlements fo the city, the gates are opened, to which the king and queen make their way followed by the mayor, his family and the entire Enlgish army, while festive military music resounds.

THE END

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